Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

Commenti alla

«Lettera circolare agli

Amici della Croce»,

di S. Luigi Grignion di Montfort

 

- III -

 

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Nel 1714, S. Luigi Maria Grignion di Montfort scrisse la «Lettera circolare agli Amici della Croce», indirizzata ai membri di un’associazione laicale di Nantes di cui era ispiratore.

Plinio Corrêa de Oliveira commentò quest’opera in una serie di sedici riunioni per soci e cooperatori della TFP brasiliana, nel 1967. Siamo lieti di trascrivere alcuni brani delle prime tre conferenze. Il testo è tratto dalla registrazione magnetofonica, senza revisione dell’autore, e conserva quindi la struttura del linguaggio parlato. I sottotitoli sono redazionali (*).

 

 

L’unione delle menti e dei cuori è l’arma più temuta dal mondo e dal demonio

“Siate fortemente uniti nello spirito e nel cuore. Tale vostra unione è di molto più salda e più temibile contro il mondo e l’inferno, di quanto non lo siano, per i nemici di uno Stato, le forze esterne di una nazione compatta. I demoni si uniscono per perdervi; voi unitevi per abbatterli”.

Mi piace molto questo pezzo, che ha un senso profondissimo di saggezza e di realtà.

S. Luigi dice questo: se gli Amici della Croce saranno fortemente uniti da un’unione delle menti e dei cuori – cioè un’unione di principi, di spirito e di volontà – tale unione sarà infinitamente più forte e più formidabile contro il mondo e il demonio, come lo sarebbe uno Stato che deve affrontare nemici esterni, meglio se compattamente, piuttosto che le singole persone.

S. Luigi Grignion di Montfort è vissuto tra la fine del regno di Luigi XIV e i primi anni della Reggenza di Filippo d’Orléans. L’Europa era spesso in guerra, e quindi l’immagine di una nazione che ne invade militarmente un’altra era molto familiare. Tutti avevano l’idea di un Regno ben unito che ne invade un altro, come l’espressione stessa del pericolo. Egli prende quest’immagine per affermare un principio, che mi è immensamente gradito.

Possiamo immaginare il nemico come un Regno con un re seduto su un trono di fumo attorniato da una corte orribile: è Satana con i suoi seguaci.

Immaginate, dall’altra parte, un Regno dove alcune persone si riuniscono e insieme fanno un atto di amore intenso, di riparazione importante e di consacrazione incondizionata alla Madonna, con tutta la loro anima, mosse da una grande grazia. Io sostengo che questo atto avrebbe, ipso facto, un contraccolpo nel Regno del demonio: la sua potenza si offuscherebbe, il suo potere di comunicazione con i propri seguaci diminuirebbe, i suoi stessi seguaci avrebbero più difficoltà a comprenderlo e a eseguire i suoi ordini.

Questo accadrebbe a causa di due tipi di fenomeno: in primo luogo un fattore soprannaturale, infinitamente più prezioso di quello naturale, e cioè la comunione dei santi. Quando alcune anime si consacrano davvero alla Madonna, che ha potere su tutte le cose, diminuisce la capacità del demonio di fare il male. Un tale atto di amore a Dio, per mezzo della Madonna, confonde il demonio.

I Salmi parlano frequentemente della confusione. Dobbiamo chiedere a Dio di confondere gli avversari, cioè di offuscare la loro visione, affinché non sappiano cosa fare. Dobbiamo chiederGli di far cadere sugli avversari la maledizione della confusione.

Ecco dunque il fattore soprannaturale: la comunione dei santi, per cui le riparazioni e le azioni generose dei buoni pesano sulla bilancia per eliminare o ridurre il peso dei peccati.

Vi è anche un fattore naturale. La società umana può essere paragonata a una rete radiofonica o televisiva. Qui, dove mi trovo, passano tutti i suoni del mondo. Se io avessi un ricevitore abbastanza potente, potrei raccogliere il rumore di una foglia morta che il vento sta muovendo in una piazza in Australia. Il fatto che io non percepisca questo suono non vuol dire che non arrivi a me.

È lo stesso con la società umana. Vi sono tanti fenomeni che producono un certo effetto su di me. Vi è una sorta di “porosità universale” della società umana, un fatto naturale per cui tutto ciò che accade nelle anime finisce per incidere su tutte le altre anime, anche se non se ne accorgono.

Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma Lei non si accorge che sta dicendo una sciocchezza, una fantasia?”. Rispondo: è vero che questo sembra andare contro il buon senso. Tanto quanto, prima della radio, andava contro il buon senso dire che con una piccola scatola io avrei potuto chiamare tutti i paesi del mondo. Un sacco di gente rideva, dicendo che era contro il buon senso. Poi, quando si è avverato, questa gente è rimasta a bocca aperta. Questo quando si tratta di un fenomeno naturale. Perché non può succedere lo stesso con un fenomeno spirituale?

Il principio che io affermo è il seguente: quando alcuni si uniscono, in un’unione come deve essere, attorno alla Croce di Nostro Signore Gesù Cristo, che è il punto di unione per eccellenza, avendo ai Suoi piedi la Madonna, dalla quale scendono tutte le grazie, queste grazie passano attraverso di Lei a tutta l’umanità.

Così, cinque anime perfettamente unite attorno alla Croce possono vibrare un colpo terribile al cuore del covo del demonio. Ed è per questo che io sostengo che quando Sant’Ignazio riunì i primi discepoli a Parigi, nella cripta di Montmartre, con lo scopo di formare la Compagnia, questa unione di anime ebbe un contraccolpo nei covi dei calvinisti e dei luterani. Fu un fatto naturale che vibrò un duro colpo a ciò che l’avversario aveva di più essenziale.

Il senso più profondo dell’apostolato: unirsi intorno a un ideale

Ecco, allora, il senso più profondo dell’apostolato degli Amici della Croce: la presenza di anime entusiasmate intorno a un ideale, e unite attorno ad esso nel massimo grado e modo in cui possano essere unite. Anche se fossero cinque handicappati, ricoverati in un ospedale e disprezzati da tutti, la loro unione sarebbe un evento importante nella lotta della Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione.

Chi non ha questo in mente, anche nei suoi connotati meramente naturali, non capisce la lotta fra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione.

Ecco l’enorme potenziale che abbiamo. Noi siamo stati chiamati a unirci. Anche se il mondo ci dovesse eventualmente negare ogni mezzo di azione, possediamo questo potere semplicemente grazie alla nostra unione. Se fossimo, per esempio, prigionieri nella Lubyanka, uniti in questo grado staremmo combattendo il nemico in modo straordinario.

Un piccolo gruppo di amici fortemente uniti alla Croce di Nostro Signore Gesù Cristo è come un esercito che sta marciando vittoriosamente per sconfiggere l’avversario.

Nostro Signore dice che il Regno dei cieli è dentro di noi. Non sono bravo in esegesi, ma ho l’impressione che il corollario sia: la nostra vittoria è dentro di noi. Siamo ciò che dobbiamo essere, e la nostra vittoria sarà quasi automatica. Essere ciò che si deve essere è molto più importante di qualsiasi altra cosa.

La grande battaglia, invisibile e superiore, degli Amici della Croce

Ho già commentato questo in altre occasioni: tutti gli storici sono unanimi nel considerare la riforma del Carmelo fatta da Santa Teresa come uno dei fattori dominanti della Controriforma [del secolo XVI], persino gli storici laicisti, che non credono alla comunione dei santi e studiano esclusivamente i fattori naturali dicono lo stesso.

Dal punto di vista puramente naturale, fondare un Ordine contemplativo sembrerebbe un errore strategico madornale, perché toglierebbe dalla vita attiva religiose che potrebbero essere impegnate in cause concrete, come ad esempio la lotta contro i protestanti. Invece, sono rinchiuse dietro una griglia e costrette a mantenere il silenzio… Qualcuno potrebbe anche dire che è quasi un tradimento che favorisce il protestantesimo.

Eppure, anche gli storici laicisti, che negano il soprannaturale e non credono alla comunione dei santi, riconoscono, in modo confuso ma molto reale, l’importanza della riforma carmelitana di Santa Teresa di Gesù. Questo perché, cinque monache Carmelitane, “seppellite” in un Carmelo, possono vibrare colpi che scompigliano l’esercito del male. Quanto maggiore sarà il loro amore a Dio e il loro odio al male, tento più forti saranno i colpi contro l’avversario.

Ma anche dalla parte del male vi sono fenomeni di questo genere.

Questa è la grande battaglia, invisibile e superiore, degli Amici della Croce: d’una parte gli Amici della Città di Dio, che portano l’amore a Dio al punto di dimenticarsi di se stessi; dall’altra gli amici del godimento, del piacere e della soddisfazione, che portano l’amore di se stessi al punto di dimenticare l’amore a Dio.

Vedete che è la lotta fra due coalizioni contrarie, che vincono prima di tutto per l’intensità dei loro rispettivi amori. Questo è l’aspetto statico della lotta fra il Bene e il Male, molto più importante dell’aspetto dinamico.

“Gli avari si associano e trafficano per arricchirsi d’oro e d’argento; voi lavorate insieme per conquistare i tesori dell’eternità racchiusi nella Croce. I libertini si uniscono per divertirsi; voi unitevi per soffrire!”.

Qui S. Luigi di Montfort parla di un’azione che non è un’azione esterna. L’avaro raccoglie, non agisce fuori. È il contrario dell’amore di Dio, che è “avaro” con le cose dell’eternità. I suoi tesori sono rinchiusi nella Croce, non è ancora l’azione esterna.

Egli poi mostra uno scontro entusiasmante. Se vi sono così tante persone che si riuniscono per divertirsi, noi dobbiamo vincere questa coalizione di libertini! In quale modo? Solo con la sofferenza? No, la sofferenza in unione con gli altri Amici della Croce. Ecco un punto centrale nella dottrina sulla Croce. È necessario formare questo blocco, questa unione! Questo è il maggior colpo che possiamo vibrare all’avversario.

Confesso che questo tratto di S. Luigi Grignion contiene il fondo delle mie opinioni sull’apostolato, ma proprio il fondo dei fondi. In questo consiste l’aspetto di gran lunga più efficace della lotta fra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione.

(*) Traduzione a cura del sito dell'Associazione Tradizione, Famiglia, Proprietà.


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