Plinio Corrêa de Oliveira

AMBIENTI, COSTUMI, CIVILTA

Dignità e pudore di ieri...

 

 

"Catolicismo" Nº 65 - Maggio 1956

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Scene della Belle Époque. Nella prima foto vediamo, sullo sfondo di un palazzo allo stesso tempo severo e armonioso, un lungo corteo di fanciulle vestite in modo delicato e grazioso. Corona sulla testa e mantello di ermellino sulle spalle, una dama tenuta dalla mano destra di un cavaliere, apre la processione. Alla bellezza del viso, la dama aggiunge una personale eleganza, resa ancor più degna dalla sua compostezza. Il portamento del cavaliere mostra un’alta coscienza della propria funzione. Egli è in abito di gala e sfoggia alcune decorazioni.

Di cosa si tratta? Sarà la visita di una Regina straniera? Siamo nel 1909 e l’Europa era ancora ornata di corti principesche?

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Nella seconda foto, la dama sale su un landau, tenuta sempre per mano dal cavaliere e circondata da personaggi che sembrano renderle omaggio: sono chiaramente esponenti del mondo civile e militare. Il cocchiere è vestito di rigore: indossa redingote e cilindro.

Ripetiamo la domanda: sarà una scena di corte? Tutto porterebbe a rispondere in modo affermativo. Qualche dettaglio, però, come la semplicità del carro e la rusticità di taluni personaggi, ci indica che si tratta, invece, di una scena della piccola borghesia. La dama è sciolta e appariscente ma non possiamo dire che sia propriamente aristocratica. Sono piccoli dettagli che uno sguardo arguto coglie, ma che con ogni probabilità sfuggono alla maggior parte degli osservatori.

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Di cosa si tratta, allora? È la festa della “Reine de la bonneterie” a Troyes, in Francia. Agli inizi del secolo XX, questa città, già capitale della Champagne, contava appena 40-50mila abitanti e cercava di mantenere il passo promuovendo il suo parco industriale, che comprendeva molte fabbriche di bonnets, cioè berretti. Ogni anno, la coronazione della Regina del berretto era occasione di sfarzose celebrazioni civiche che richiamavamo l’attenzione di imprenditori e di turisti, facendo quindi pubblicità al prodotto. Ciò spiega la partecipazione delle autorità locali.

Perché commento tutto ciò? È per permetterci di capire, direi meglio di assaporare, quanto il nostro mondo stia perdendo la serietà. Ecco come si presentava, nel 1909, una “Regina” di bellezza o della moda, con atteggiamenti e gesti che attiravano l’attenzione del pubblico, sia pure a fini strettamente pubblicitari. Oggi, il numero di “regine” si è moltiplicato in modo esponenziale. Quali sono, però, gli atteggiamenti e i gesti che richiamano l’attenzione del pubblico? Non oso nemmeno fare il paragone...

Cosa direbbero le Reines de la bonneterie di Troyes se vedessero le “regine” delle passerelle di oggi?

(*) Traduzione e addatamento fatto dal sito Tradizione, Famiglia, Proprietà.


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