Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

Il cappello: un fatto culturale

 

 

 

 

Tradizione, Famiglia, Proprietà, Roma, Anno 22, n. 72, Dicembre 2016, pag. 33 (*)

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Prima della Rivoluzione francese il capello era il tricorno, le parti ritorte della tesa erano sollevate, spesso era adornato da bellissime piume, il tessuto era ricamato e talvolta portava qualche pietra preziosa.

 

Nel secolo XIX si è passati al cilindro. Oggi, tale copricapo può sembrare un lusso. In realtà, però, è appena un tubo nero. Si tratta di un pezzo di canna fumaria… A volte era fatto con materiale molto fine. C’era, per esempio, il cosiddetto cilindro a otto riflessi. A confronto del tricorno, però, sembra il copricapo di un becchino. Tanto più che gli uomini si vestivano di nero, come se fossero agenti funebri…

 

Dopo la Prima guerra mondiale ci fu un enorme cambiamento nella moda. Tutto si rammollì.  Il cappello cilindro scomparve, utilizzato solo per le grandi cerimonie è stato sostituito dal cappello di feltro morbido.

 

Il cappello di feltro è ancora inferiore al cilindro. Esso è basso, ha qualcosa che si abbassa fino all’altezza dell’uomo. Non è di seta ma di feltro molle. Quasi come se la sua bellezza consistesse nell’essere stropicciato. C’è una cosa curiosa nella storia della moda: prima di scomparire un costume si ammorbidisce. Si direbbe che l’ammorbidirsi è il segno di un processo mortale.

(*) Brani della riunione per soci e cooperatori della TFP brasiliana, 9 agosto 1975. Tratto dalla registrazione magnetofonica, senza revisione dell’autore.


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