Secondo lo storico francese François Furet, “c’è un mistero del male nella dinamica delle idee politiche del XX secolo” (52).
Dopo la rivoluzione sovietica del 1917, la nascita del Comintern contribuì all’espansione mondiale della nuova dottrina bolscevica. I tentativi di rivoluzione comunista violenta nel mondo, a cominciare dal cosiddetto “biennio rosso” (1919-1921), provocarono però una forte reazione anticomunista. Sull’onda di questa reazione, nacquero e si consolidarono i movimenti “fascisti”.
Bolscevismo e fascismo entrarono così quasi contemporaneamente sulla scena. La dinamica storica europea e mondiale, tra il 1917 e il 1945, fu determinata, secondo Ernst Nolte, dalla grande “guerra civile europea” condotta tra il comunismo e il nazionalsocialismo e, quindi, tra il Terzo Reich e l’Unione Sovietica (53). “Quel che rende inevitabile – scrive a sua volta Furet – un’analisi comparata di fascismo e comunismo non è solo la data di nascita e l’apparizione simultanea, oltreché meteoritica sul piano storico, ma la loro reciproca dipendenza” (54).
Questo intimo rapporto di dipendenza, che oggi si avvia ad essere un dato storiografico acquisito, fu intuito da Plinio Corrêa de Oliveira, che, in assoluta fedeltà al modello cristiano della società, rifiutò di schierarsi con l’uno o l’altro dei contendenti che occupavano il proscenio.
Nel comunismo egli vide una concezione diametralmente opposta a quella cattolica, ma considerò il nazismo una falsa alternativa altrettanto pericolosa.
“E’ incontestabile – scrisse – che il comunismo è l’antitesi del Cattolicesimo. Ma il nazismo, da parte sua, costituisce un’altra antitesi della dottrina cattolica, che lo rende più vicino al comunismo di quanto essi non lo siano al Cattolicesimo” (55).
Il rifiuto della vita “borghese” in nome di una concezione mistico-eroica dell’esistenza e il richiamo alle tradizioni guerriere della Germania e dell’Europa, potevano costituire, e di fatto costituirono, un appello seducente per molti giovani incapaci di discernere l’aspetto tenebroso di un’ideologia satura di socialismo e di paganesimo. Plinio Corrêa de Oliveira comprese che il miglior modo di mettere in guardia la gioventù del suo paese contro lo pseudo-misticismo nazista, oltre a denunciarne gli errori, fosse quello di proporre una visione eroica e soprannaturale del cattolicesimo. Fu questa bandiera opposta al nazismo e al comunismo, che il “Legionário” levò alta in Brasile.
Note:
[52] F. Furet, Il passato di un’illusione, cit., p. 39.
[53] Ernst Nolte, Nazionalsocialismo e bolscevismo. La guerra civile europea 1917-1945, tr. it. Sansoni, Firenze 1988. Cfr. anche Stuart J. Woolf (a cura di), Il Fascismo in Europa, tr. it. Laterza, Bari 1968; George L. Mosse, Masses and Man. Nationalist and Fascist Perceptions of Reality, Howard Ferty Inc., New York 1980.
[54] F. Furet, Il passato di un’illusione, cit., p. 33.
[55] P. Corrêa de Oliveira, A margem da crise, in “O Legionário”, n. 315 (25 settembre 1938).