Cap. IV, 4. Le tappe storiche della Rivoluzione

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Lutero, Robespierre, Che Guevara: tre facce della rivoluzione

 

Le tappe storiche di questo processo plurisecolare sono le tre grandi rivoluzioni della storia dell’Occidente: il protestantesimo, la Rivoluzione francese e il comunismo. Plinio Corrêa de Oliveira così riassunse questo processo:
“1) La Pseudo-Riforma fu una prima rivoluzione. Seminò lo spirito di dubbio, il liberalismo religioso e l’ugualitarismo ecclesiastico, sebbene in misura diversa, nelle varie sette a cui diede origine (48).
2) Le fece seguito la Rivoluzione francese, che fu il trionfo dell’ugualitarismo in due campi. Nel campo religioso, sotto la forma di ateismo, seducentemente etichettato da laicismo. E nella sfera politica, con la falsa tesi che ogni disuguaglianza è una ingiustizia, ogni autorità un pericolo, e la libertà il bene supremo (49).
3) Il comunismo è la trasposizione di queste tesi nel campo sociale ed economico” (50).
Le origini di questo processo risalgono per Plinio Corrêa de Oliveira al secolo XIV, quando inizia nell’Europa cristiana una trasformazione di mentalità che nel corso del secolo XV diventa sempre più chiara.
“Il desiderio dei piaceri terreni si va trasformando in bramosia. I divertimenti diventano sempre più frequenti e più sontuosi. Gli uomini se ne curano sempre più. Negli abiti, nei modi, nel linguaggio, nella letteratura e nell’arte, l’anelito crescente a una vita piena dei diletti della fantasia e dei sensi va producendo progressive manifestazioni di sensualità e di mollezza. Si verifica un lento deperimento della serietà e dell’austerità dei tempi antichi. Tutto tende al gaio, al grazioso, al frivolo. I cuori si distaccano a poco a poco dall’amore al sacrificio, dalla vera devozione alla Croce, e dalle aspirazioni alla santità e alla vita eterna. La Cavalleria, in altri tempi una delle più alte espressioni dell’austerità cristiana, diventa amorosa e sentimentale, la letteratura d’amore invade tutti i paesi, gli eccessi del lusso e la conseguente avidità di guadagni si estendono a tutte le classi sociali” (51).
Questo clima morale conteneva l’aspirazione a un ordine di cose fondamentalmente diverso da quello medioevale. E’ in questo stato d’animo, in queste “tendenze”, che attecchirono i grandi errori dottrinali e gli sconvolgimenti storici dei secoli successivi.

 

Note:

[48] Sul protestantesimo rimane fondamentale la critica di Jaime Balmes, El protestantismo comparado con el catolicismo, BAC, Madrid 1967, 2 voll. (1842-1844). Gli sviluppi del protestantesimo vanno seguiti soprattutto nelle sette inglesi del secolo XVII e nel movimento che ebbe il suo sbocco nella Rivoluzione inglese. Per Plinio Corrêa de Oliveira, la Rivoluzione inglese del XVII secolo occupa un posto saliente nella tragica storia della crisi dell’Occidente. “In questo senso, con quelle varianti che sempre esistono quando la storia pare ripetersi, Carlo I è davvero una prefigurazione di Luigi XVI, Cromwell un precursore di Robespierre o Saint-Just, e la rivoluzione inglese è una ‘avant-première’ della Rivoluzione francese” (P. Corrêa de Oliveira, Figuras que encarnam concepções de vida, in “Catolicismo”, n. 77 (maggio 1957)). Sulle sètte protestanti in genere, cfr. R. de Mattei, Sètte religiose del ‘500, Università degli Studi di Cassino, Cassino 1988. Tra i più lucidi critici della Rivoluzione francese però non mancano oggi autori protestanti come Jean Marc Berthoud, di cui cfr. La Révolution française et les Révolutions, in “Résister et Construire”, n. 8-9 (luglio-novembre 1989).

[49] Per un panorama della Rivoluzione francese, vista nella sua essenza e nelle sue vere cause, alla luce del pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira, cfr. Despreocupados… rumo à Guilhotina. A autodemolição do Ancien Régime, a cura di J. S. Clá Dias, Edições Brasil de Amanhã, São Paulo 1993.

[50] P. Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, cit., p. 61.

[51] P. Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, cit., pp. 71-72.

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