l processo rivoluzionario si manifesta con due diverse velocità. La prima, rapida, è destinata a un apparente fallimento, almeno sul piano immediato. La seconda, molto più lenta, è generalmente coronata da successo.
Alla prima velocità possono essere ricondotti i movimenti rivoluzionari più estremi, come gli Anabattisti nel XVI secolo e le correnti giacobine e anarchiche del XIX e del XX secolo. Alla seconda, le correnti moderate del protestantesimo e del liberalismo che, avanzando per tappe successive di dinamismo e d’inerzia, favorirono lo slittamento verso lo stesso punto di arrivo.
Il fallimento degli estremisti è solo apparente: essi creano un punto di attrazione fisso che affascina, per il suo radicalismo, i moderati. La società finisce con l’avviarsi lentamente lungo la via sulla quale i più radicali intendevano portarla.