Cap. V, 12. Tra incomprensioni e calunnie…

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Plinio Corrêa de Oliveira, nella sua lunga vita, ebbe grandi estimatori, soprattutto in campo ecclesiastico (99). Tra questi furono illustri difensori della fede, come i cardinali Slipyj (100) e Mindzsenty, eminenti porporati, come i cardinali Aloisi Masella, Pizzardo, Staffa, Ciappi, Echevarria Ruiz, Stickler, Oddi, e teologi di fama internazionale, quali i padri Anastasio Gutiérrez, Victorino Rodríguez, Antonio Royo Marín.
“Tutti coloro che vogliono vivere piamente in Gesù Cristo – ammonisce però San Paolo – patiranno persecuzioni” (101). E’ difficile trovare il fondatore di una istituzione cattolica che non abbia subito calunnie e persecuzioni. Lampante è l’esempio di sant’Ignazio, che fu accusato di essere un “illuminato” e subì otto processi prima della fondazione del suo ordine. Anche dopo l’approvazione pontificia, la Facoltà di Teologia di Parigi, che tre secoli prima aveva condannato gli ordini mendicanti, riprovò la “novità” della Compagnia di Gesù, accusandola di turbare la pace religiosa e di essere nata per distruggere più che per edificare. La stessa Compagnia di Gesù venne soppressa dall’autorità pontificia dal 1773 al 1814, negli anni critici che videro l’esplosione della Rivoluzione francese (102).
Ora diffusa di bocca in bocca, ora amplificata dai mezzi di comunicazione, la calunnia è un’arma antica della Rivoluzione, che se ne serve per cercare di demolire la credibilità dei suoi oppositori. “Calunniate, calunniate, qualcosa resterà”, era il famigerato motto attribuito a Voltaire.
L’opera di Plinio Corrêa de Oliveira ha subìto, più ancora del suo pensiero, incomprensioni e calunnie. Le calunnie, che toccano la persona stessa del fondatore della TFP, possono riassumersi nell’accusa di aver voluto stabilire, all’interno di quest’associazione, un culto alla sua persona e a quella di sua madre, donna Lucilia (103). L’incomprensione di fondo riguarda la sua specifica vocazione e quella della TFP: la lotta per difendere e restaurare l’ordine sociale cristiano, secondo la grande consegna del Magistero Pontificio.
Queste accuse sono giunte dalle più disparate sponde, ma soprattutto da due opposti settori: quello socialcomunista (104) e quello di alcuni ambienti della destra “tradizionalista” (105). Questo vero e proprio tifone denigratorio è stato abilmente canalizzato dal cosiddetto “movimento anti-sette”, di cui fin dal 1985, nell’introduzione ad uno studio sul “lavaggio del cervello” (106), Plinio Corrêa de Oliveira aveva svelato la natura totalitaria e anticristiana.
Uno tra i primi e più violenti estrondos publicitários (107) partì da Rio Grande do Sul nel 1975 mentre la TFP era impegnata a diffondere la Lettera pastorale di mons. de Castro Mayer “per il matrimonio indissolubile”. Lo stesso vescovo brasiliano intervenne apertamente in difesa dell’Associazione diffamata con una protesta di cui riportiamo un significativo passo:
“Questa campagna diffonde tali ingiustizie, che non posso astenermi dal protestare contro di essa; protesta che, nel mio caso, è tanto più imperiosa in quanto, considerando le mie relazioni con la TFP, la campagna mi tocca nell’onore di vescovo della Santa Chiesa. (…)
Se infatti la TFP fosse sovversiva, nazifascista, perturbatrice dell’ordine pubblico, se essa, contro l’ordine naturale, separasse i figli dai genitori, che dire allora di un vescovo che mantiene i più regolari rapporti con quest’associazione, che la conosce in tutti gli aspetti della sua attività e accetta volentieri la sua disponibilità per diffondere una sua lettera pastorale, nella quale rivendica contro il divorzio i diritti di Dio sulla società umana? Egli sarebbe complice e connivente” (108).
Gli attacchi più virulenti contro le TFP furono successivamente sferrati in Francia (1979) (109), Venezuela (1984) (110), nuovamente in Brasile (1993) (111) e in Spagna (1995). Quest’ultima persecuzione, promossa dal citato “movimento anti-sette”, ebbe il suo esito nel “sequestro” di un giovane socio spagnolo della TFP, Santiago Canals Coma, che con metodi brutali si voleva “de-programmare” per “restituirlo” alla famiglia (112).
In quell’occasione il padre Antonio Royo Marín, uno dei maggiori teologi contemporanei, sentì il dovere di intervenire pubblicamente in difesa della TFP spagnola con queste parole:
“Numerose occasioni mi hanno offerto l’opportunità di conoscere a fondo la TFP e vari suoi principali collaboratori internazionali, come pure la sua organizzazione, il suo funzionamento, le sue battaglie, la sua espansione e le sue vittorie. Sono tutti cattolici praticanti in grado superlativo, che assistono alla Messa, fanno la Comunione quotidiana, recitano integralmente i 15 misteri del Rosario e altre pie pratiche, tutte tradizionali e di uso comune nella Santa Chiesa Cattolica. Non praticano nessuna cerimonia rara od obsoleta, e tutte coincidono con il più autentico spirito cattolico, apostolico, romano. Hanno una grande venerazione per il Romano Pontefice, che considerano come Vicario di Cristo e suo supremo rappresentante sulla terra. La loro devozione alla Vergine Maria è profonda e sono convinti che alla fine il suo Cuore Immacolato trionferà nel mondo intero, come promesso a Fatima” (113).
Filo conduttore delle accuse è la qualifica spregiativa di “setta”, di cui in numerosi scritti la TFP ha mostrato l’inconsistenza (114). Tra le illustri personalità che hanno difeso la TFP da questa calunnia, surrettiziamente diretta alla stessa Chiesa cattolica, sono il cardinale Alfons Stickler (115) e il cardinale Bernardino Echeverría Ruíz. Quest’ultimo, in una lettera al presidente della Camera francese Philippe Séguin, ha espresso la sua “profonda perplessità di fronte a questo ingiurioso amalgama che riguarda un’associazione limpida, composta da cattolici animati da un grande amore di Dio e del prossimo” (116).

 

Note:

[99] Né Plinio Corrêa de Oliveira, né la sua opera incorsero mai in alcuna censura ecclesiastica ufficiale. Tale non può considerarsi una nota critica della Conferenza Episcopale Brasiliana pubblicata il 19 aprile 1985, in veste di comunicato stampa e non di decreto ecclesiastico. Cfr. la risposta della TFP apparsa sulla “Folha de S. Paulo” e su altri quotidiani il 24 aprile 1985, tr. it. La ‘nota’ della CNBB sulla TFP brasiliana, Ufficio Tradizione Famiglia Proprietà, Roma 1996; cfr. anche G. A. Solimeo e L. S. Solimeo, Analyse par la TFP brésilienne d’une prise de position de la CNBB sur la ‘TFP et sa famille d’âmes’, Société Française pour la Défense de la Tradition, Famille et Propriété, Paris 1989.

[100] Il cardinale ucraino Josep Slipyj fu ospite della TFP in San Paolo il 26 settembre 1968. Il prof. Plinio Corrêa de Oliveira offrì, in quell’occasione, un ricevimento in suo onore, con la partecipazione di membri eminenti del clero, delle Forze Armate e della società paulista (cfr. “Catolicismo”, n. 215 (novembre 1968)).

[101] II Tim. 3, 10-13.

[102] Sulla soppressione della Compagnia di Gesù, con il breve Dominus ac Redemptor di Clemente XIV, del 22 luglio 1773, cfr. Paul Dudon s.j., De la suppression de la Compagnie de Jésus (1758-1773), in “Revue des questions historiques”, vol. 132 (1938), pp. 75-107. “La vera causa” di questa soppressione, scriveva nel 1827 il visconte de Bonald, “fu l’astio contro il potere religioso e monarchico, che trovavano solido appoggio in quell’ordine educatore della gioventù” (L. G. de Bonald, Risposta a nuove offese contro una celebre Compagnia, tr. it. Tip. Galeati, Imola 1827, p. 52).

[103] Su questa pretesa di culto “indebito” nei confronti del Prof. Plinio Corrêa de Oliveira, cfr. l’opera pubblicata dalla TFP in sua difesa: A. A. Borelli Machado; A. Sinke Guimarães; G. A. Solimeo; J. S. Clá Dias, Refutação da TFP a uma investida frustra, Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade, São Paulo 1984, vol. I, pp. 155-229, e i due comunicati stampa A TFP afirma sua posição doutrinária e interpela opositor (“Folha de S. Paulo”, 17 agosto 1984) e Voltando as costas a uma controvérsia (“Folha de S. Paulo”, 28 agosto 1984).

[104] Durante il mese di febbraio del 1976, in quattro trasmissioni successive del suo programma Escucha Chile, “Radio Mosca” attaccò la TFP cilena a proposito del libro La Chiesa del silenzio in Cile che essa aveva appena pubblicato. Il 20 novembre del 1984, il giornale “Izvestia”, organo ufficiale del governo sovietico, manifestò la sua totale solidarietà con l’offensiva pubblicitaria di cui furono bersaglio l’ Asociación Civil Resistencia, consorella della TFP, e l’Ufficio di Rappresentanza delle TFP a Caracas.

[105] Il prof. Massimo Introvigne solleva un’ipotesi che definisce “inquietante” o se si vuole “maliziosa”: “Particolarmente, ma non solo, in Francia, negli ultimi anni, diverse pubblicazioni ‘lefebvriane’ e ‘sedevacantiste’ hanno condotto campagne contro le ‘sette’ dai toni particolarmente violenti. Se si trattasse soltanto, o principalmente, della difesa della dottrina cattolica tradizionale non vi sarebbe ragione di stupirsi. Ma, di fatto, questa letteratura fa propri gli argomenti del movimento antisette laicista, e attacca volentieri realtà del mondo cattolico come la TFP e l’Opus Dei. Pertanto, insorge il legittimo sospetto che il movimento anti-sette si serva di certi gruppi ‘lefebvriani’ e ‘sedevacantisti’ come di truppe di avanguardia, di guastatori, da gettare nella mischia per la prima carica all’arma bianca; e, naturalmente, da sacrificare al momento opportuno, giacché, adottando i criteri consueti del movimento anti-sette, questi gruppi potranno essere facilmente, a loro volta, squalificati come ‘sette’ quando, se e nella misura in cui sarà necessario” (M. Introvigne, ‘Sette’ e ‘diritto di persecuzione’: le ragioni di una controversia, in G. Cantoni, M. Introvigne, Libertà Religiosa, ‘Sette’ e ‘Diritto’ di persecuzione, Cristianità, Piacenza 1996, p. 106).

[106] Lo studio apparve sul numero 409 (gennaio 1985) di “Catolicismo” con il titolo ‘Lavagem cerebral’-um mito a serviço da nova ‘Inquisição terapêutica’. Cfr. anche David G. Bromley, The Brainwashing. Deprogramming Controversy: Sociological, Psychological, Legal and Historical Perspectives, The Edwin Mellen Press, New York- Toronto 1983. Nel maggio 1987, l’American Psychological Association ha a sua volta dichiarato “non scientifica” la teoria del “lavaggio del cervello” applicata a movimenti religiosi (cfr. M. Introvigne, L’Opus Dei e il movimento anti-sette, in “Cristianità”, n. 229 (maggio 1994)).

[107] Il termine fu coniato dallo stesso dottor Plinio per indicare le calunnie pubbliche organizzate che si andavano manifestando contro la TFP.

[108] Lettera di mons. Antonio de Castro Mayer pubblicata sul n. 294 (giugno 1975) di “Catolicismo”. La TFP reagì a sua volta col documento A TFP em legitima defesa, pubblicato sui giornali e sul numero speciale 294 (giugno 1975) della stessa rivista.

[109] Si trattò di un libello anonimo, tanto calunnioso quanto superficiale e privo di quella logica che è vanto della intelligenza francese, a cui la TFP rispose con un’opera in due volumi dal titolo Imbroglio, Détraction, Délire. Remarques sur un Rapport concernant les TFP, Association Française pour la Défense de la Tradition, de la Famille, de la Propriété, Paris 1979. Malgrado questa documentata risposta, il libello, noto come “rapport Joyeux” dal nome di colui che in seguito si apprese esserne l’autore, ha continuato ad essere citato e diffuso in pubblicazioni semiclandestine contro la TFP.

[110] Questa persecuzione portò, con un decreto governativo del 13 novembre 1984, alla chiusura, in Venezuela, della Asociaçión Civil Resistencia, entità autonoma, ma collegata alle TFP di 14 paesi. Nel 1985, per difendersi da altri attacchi, la TFP pubblicò un’opera dello stesso Plinio Corrêa de Oliveira, Guerreiros da Virgem – A replica da Autenticidade, A TFP sem segredos, Editora Vera Cruz, São Paulo 1985 e il volume di A. Sinke Guimarães, Servitudo ex Caritate, Artpress, São Paulo 1985.

[111] La TFP rispose con un articolo dal titolo Usando o mesmo realejo, mais uma vez investe contra a TFP o tablóide de Zero hora. A TFP se defende, apparso sul “Correio do Povo” del 19 febbraio 1993.

[112] Santiago Canals Coma, ¿Renace la persecución religiosa en España? Historia de un secuestro, Editorial Ramiro el Monje, Zaragoga 1996. “Di fronte a Dio – testimonia lo stesso sequestrato – affermo solennemente che non ho mai udito una sola parola o visto un solo gesto del prof. Plinio Correa de Oliveira, che non mi abbia avvicinato a Dio Nostro Signore, alla Beatissima Vergine e al Romano Pontefice; insomma, alla Santa Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, nostra amatissima Madre, il cui capo invisibile è Nostro Signore Gesù Cristo” (ivi, p. 17).

[113] Vehemente desmentido del Padre Royo Marín a la indigna campaña de calumnias contra T.F.P.-Covadonga, in “La Vanguardia” del 27 luglio 1995. Il padre Antonio Royo Marín o.p., Predicatore Generale dell’Ordine Domenicano, è autore di 26 opere di teologia e dottrina cattolica. La sua difesa della Chiesa e del Papato è stata ricompensata con la medaglia “Pro Ecclesia et Pontifice” donatagli dal Papa Giovanni Paolo II.

[114] Cfr. l’importante libro di G. A. Solimeo, La nouvelle inquisition athée et psychiatrique. Elle taxe de secte ceux qu’elle veut détruire, Société Française pour la Defense de la Tradition, Famille et Proprieté, Paris 1991, e l’altrettanto chiaro contributo in materia di Benoît Bemelmans, Le Rapport Guyard à la lumière de la doctrine catholique et du droit français, Société Française pour la défense de la Tradition, Famille et Propriété, Paris 1996. Quest’opera costituisce una lucida demolizione del “Rapport” sulle sette in Francia, varato dall’Assemblée nationale nel dicembre 1995.

[115] Cfr. la prefazione a questo volume.

[116] Testo in B. Bemelmans, Le Rapport Guyard, cit., pp. 17-18.

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