Cap. V, 8. Una denuncia del carattere rivoluzionario delle Comunità ecclesiali di base

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In questo stesso periodo, la teologia della liberazione, pur condannata da Giovanni Paolo II a Puebla, aveva la sua più poderosa espressione nelle Comunità Ecclesiali di Base (CEB), indicate dai “media” come la grande potenza emergente in Brasile. In nome del Vangelo, esse propugnavano nel paese la lotta di classe e trasformazioni sociali di stampo marxista.
La più efficace denuncia dell’azione rivoluzionaria delle Comunità Ecclesiali di Base, fu il libro Le Comunità di base, molti ne parlano ma pochi le conoscono – La TFP le descrive come sono, apparso nell’agosto del 1982 e immediatamente diffuso in tutto il Paese (76). Lo studio, opera dei fratelli Gustavo Antonio e Luis Sérgio Solimeo, era preceduto da una prima parte redatta da Plinio Corrêa de Oliveira, in cui il presidente della TFP, presentando Le mète delle CEB nel contesto brasiliano, mostrava la funzione di “Quinto potere” che la CNBB andava assumendo in Brasile servendosi come strumento delle CEB (77). L’opera analizzava quindi Genesi, organizzazione, dottrina e azione delle CEB, basandosi su di una copiosa documentazione. Il carattere sovversivo delle Comunità di Base, che promuovevano invasioni di proprietà urbane e rurali, sommosse nelle fabbriche, intimidazioni e agitazioni di ogni genere, al fine di rovesciare il regime politico sociale vigente in Brasile, ne risultava evidente. Plinio Corrêa de Oliveira definiva quella delle CEB una “crociata senza croce” (78).
“Sostanzialmente, le CEB costituiscono una crociata politica (…) che non esclude di passare dalla lotta civica legale a quella violenza, sempre che non vi siano altri mezzi per imporre le riforme progettate” (79).
Lo storico spagnolo Ricardo de la Cierva, nel suo libro Jesuítas, Iglesia y Marxismo, così descrive gli aspetti principali dello studio della TFP: “La chiave ideologica delle Comunità di Base è quasi sempre la teologia della liberazione. (…) Benché i loro promotori le considerino come un insieme di punti isolati, gli studiosi della TFP dimostrano che si tratta in realtà di una rete perfettamente coordinata che prende avvio dall’ala sinistra della Conferenza episcopale. (…) Una delle chiavi delle Comunità di Base consiste nella loro tendenza scismatica a formare una nuova Chiesa in opposizione alla Chiesa istituzionale” (80).
Lo storico spagnolo si stupisce anche per l’appoggio dato dalla Chiesa istituzionale in Brasile alle stesse comunità contestatarie: “La Conferenza dei vescovi del Brasile è la più numerosa al mondo. (…) Essa è composta da una ‘maggioranza silenziosa’ dominata generalmente da una minoranza sinistrorsa e liberazionista che non supera i 60 vescovi ma che trascina spesso i ‘centristi’ in favore delle sue decisioni. (…) E’ questo stesso settore sinistrorso dell’episcopato brasiliano che controlla il movimento delle Comunità di Base, che ha introdotto nella società brasiliana una forma assolutamente nuova di fare politica fino al punto che l’insieme delle Comunità si sono convertite in una ‘potenza elettorale emergente’” (81).
Il 6 agosto 1984, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicò l’Istruzione, Libertatis Nuntio (82), in cui la “teologia della liberazione” veniva condannata in maniera inappellabile. A questo documento seguiva, il 22 marzo 1986, una seconda Istruzione su libertà cristiana e liberazione, Libertatis conscientia (83), che si proponeva come intervento “positivo” sullo stesso tema. I due documenti, approvati da Giovanni Paolo II, costituiscono un unico messaggio che ha posto fine alle pretese della nuova corrente teologica e del movimento delle “Comunità Ecclesiali di Base” che ad essa si ispirava.
Il contributo dottrinale e pratico delle TFP alla lotta contro la “teologia della liberazione” in America Latina è innegabile. Dieci anni dopo questa campagna di denuncia, uno dei precursori della “teologia della liberazione”, il padre Joseph Comblin, tante volte denunciato dalla TFP, confessò in un’intervista che nel 1993 ormai “le CEB sono emarginate, fustigate, fulminate da ogni parte. Oggi esse costituiscono minoranze senza riflesso negli ambienti delle chiese locali” (84).

 

Note:

[76] P. Corrêa de Oliveira; Gustavo Antonio Solimeo e Luis Sérgio Solimeo, As CEBs… das quais muito se fala, pouco se conhece. A TFP as descreve como são, Vera Cruz, São Paulo 1982. Di quest’opera verranno stampate sei edizioni con un totale di 72.000 copie più un’ulteriore versione popolare a fumetti, di 180.000 copie. Cfr. P. Corrêa de Oliveira, Suspeita estapafúrdia e juízo temerário, in “Folha de S. Paulo”, 30 settembre 1982. Cfr. anche Antonio Augusto Borelli Machado, Le comunità ecclesiali in Brasile: una crociata senza croce, in “Cristianità”, n. 92 (dicembre 1982).

[77] Plinio Corrêa de Oliveira insiste sul fatto che lo Stato moderno, soprattutto in Brasile, oltre ai poteri tradizionali (Esecutivo, Legislativo e Giudiziario), è dominato da due altri poteri, tanto “informali”, quanto influenti: i mezzi di comunicazione sociale e l’episcopato. “In un recente libro, ho affermato che in Brasile non esistono solo i tre Poteri classici – Esecutivo, Legislativo e Giudiziario – e che ce ne sono altri due, oggi sempre più influenti nell’opinione pubblica. il Quarto Potere è la Pubblicità, il cui prestigio si basa più sulla credulità degli ingenui che sull’adesione dei lettori veramente colti. Il Quinto Potere è la CNBB, la quale – fatte salve rare misure e onorevoli eccezioni – pesa molto più per la sua influenza sui creduloni che sugli uomini di fede” (P. Corrêa de Oliveira, Prevenindo para tonificar, in “Folha de S. Paulo”, 5 luglio 1983). Cfr. id., Ditatorialismo publicitário centrista, in “Folha de S. Paulo”, 10 agosto 1983.

[78] P. Corrêa de Oliveira, As metas das CEBs, in As CEBs…, cit., p. 86.

[79] Ivi, p. 88.

[80] Ricardo de la Cierva, Jesuítas, Iglesia y Marxismo, 1965-1985. La Teología de la liberación desenmascarada, Plaza & Janés Editores, Madrid 1986, pp. 116-118.

[81] Ivi, pp. 118-119.

[82] Congregazione per la dottrina della fede, Istruzione Libertatis Nuntio del 6 agosto 1984, in AAS, vol. 76 (1984), pp. 890-899; Denz.-H, nn. 4730-4741.

[83] Congregazione per la dottrina della fede, Istruzione Libertatis conscientia del 22 marzo 1986, in AAS, vol. 79 (1986), pp. 554-559; Denz.-H, nn. 4750-4776. Questa istruzione fu preceduta da una notifica della Congregazione per la Dottrina della Fede (AAS, vol. 77 (1985), pp. 756-762), in cui venne condannato il libro del teologo Leonardo Boff o.f.m., Chiesa, Carisma e Potere, tr. it. Borla, Roma 1984.

[84] Cit. in Expoente da “teologia da libertação” confessa o fracasso das comunidades eclesiais de base, in “Catolicismo”, n. 505 (gennaio 1993).

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