La mentalità “ irenistica” di transigenza con l’errore è tipica di una disposizione psicologica utopistica che auspica un’era senza contrasti né polemiche.
Plinio Corrêa de Oliveira dimostra, nel Trasbordo, che sul piano religioso, il dialogo irenico favorisce l’interconfessionalismo, debilita tutte le religioni e le proietta in una condizione di assoluta confusione.
“Conviene distinguere, subito, due forme di ecumenismo. La prima – al fine di orientare gli spiriti verso l’unico ovile dell’unico Pastore – cerca di ridurre per quanto possibile le discussioni pure e semplici e le polemiche, a pro della discussione-dialogo e delle altre forme di conversazione. Tale ecumenismo vanta un ampio fondamento in numerosi documenti pontifici, specialmente di Giovanni XXIII e Paolo VI. Ma l’altra forma di ecumenismo va più oltre, e procura di estirpare dalle relazioni della Religione Cattolica con le altre religioni ogni e qualsiasi carattere militante. Quest’ecumenismo estremo ha un fondo evidente di relativismo o sincretismo religioso, la cui condanna si trova in due documenti di san Pio X, l’Enciclica Pascendi contro il modernismo e la Lettera Apostolica Notre Charge Apostolique contro il Sillon” (97).
Ammesse tutte le religioni come “verità” relative, disposte tra loro come in uno schema dialettico hegeliano, questo secondo tipo di ecumenismo spinge gli animi verso una religione unica e universale: l’artificiosa e falsa “religione dell’Uomo”.
“E’ opportuna, a questo punto, un’osservazione. L’ecumenismo esasperato produce non solo tra i cattolici ma anche tra i fratelli separati, siano essi scismatici, eretici o altro, una confusione drammatica, per certo una delle più tragiche del nostro secolo così pieno di disordini. Non v’è in effetti, sul piano religioso, maggior pericolo del relativismo. Esso minaccia tutte le religioni e contro di esso devono lottare tanto l’autentico cattolico, quanto ogni fratello separato che professi seriamente la propria religione. E tale lotta – vista da questa prospettiva – può essere vinta solo attraverso lo sforzo di ciascuno di conservare integro il significato naturale e specifico del rispettivo credo, contro le interpretazioni relativistiche che lo deformano e lo corrodono. Alleato del vero cattolico, in questa lotta, sarà ad esempio l’ebreo o il musulmano che non abbia il menomo dubbio, non solo su ciò che ci unisce, ma anche su ciò che ci separa. Solo partendo da questa presa di posizione il relativismo può essere scacciato da tutti i campi in cui cerca di penetrare. Così pure, solo partendo da ciò, la conversazione, nelle sue varie forme, incluse la discussione pura e semplice e la polemica, può contribuire a condurre gli spiriti all’unità. ‘Patti chiari, amicizia lunga’ dice il proverbio. Solo la chiarezza nel pensiero e nell’esposizione di ciò che si pensa, porta veramente all’unità. L’ecumenismo esasperato, tendendo a che ciascuno cerchi di occultare o sottovalutare i veri punti di attrito rispetto agli altri, conduce a un regime di ‘maquillage’, che può favorire solo il relativismo, cioè il potente comune nemico di tutte le religioni” (98).
Note:
[97] Ivi, p. 74.
[98] Ivi, pp. 75-76. “Quando un giorno si farà la storia – quanto tenebrosa e confusa! – della crisi religiosa, dai gravi riflessi socio-economici, che va incendiando l’orbe cattolico, – scriverà dieci anni dopo il pensatore brasiliano, in occasione della visita di Giovanni Paolo II al tempio luterano di Roma – verrà completamente portata alla luce l’azione nefasta dell’ecumenismo, e gli psicologi rimarranno sconcertati per la sua grande capacità di espansione, ossia per la strana capacità di accecare, operata dal mito ecumenico in coloro che da esso si lascino ammaliare. (…) Non scorgono il pericolo che è in agguato in fondo a questo sentiero, cioè la formazione, su scala mondiale, di un sinistro supermercato di religioni, filosofie e sistemi di tutti gli ordini, in cui la verità e l’errore si presenteranno frazionati, mescolati e messi alla rinfusa? Sola assente dal mondo sarà – qualora fosse possibile arrivare fino a questo punto – la verità integra: cioè la Fede cattolica, apostolica, romana, senza macchia né tanfo” (P. Corrêa de Oliveira, Lutero: no e poi no!, in “Lepanto”, n. 22 (gennaio 1984)).