Capitolo V – Tradizione, Famiglia, Proprietà, 1. Un blocco coerente e inscindibile…

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“Nell’idealismo, ardore.
Nel tratto, cortesia.
Nell’azione, dedicazione senza limiti.
In presenza dell’avversario, prudenza.
Nella lotta, fierezza e coraggio.
E col coraggio, vittoria”

 

Giunto alla piena maturità della sua vita, Plinio Corrêa de Oliveira decise di dare una forma associativa alla famiglia di anime che lo circondava e che condivideva i suoi ideali. Il 26 luglio 1960 fu fondata a San Paolo la Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade (1), la prima di una serie di associazioni ispirate al suo pensiero sorte progressivamente nei cinque continenti (2).
L’insegna Tradizione, Famiglia, Proprietà, prima di designare le associazioni fondate e ispirate da Plinio Corrêa de Oliveira, riassume la sua concezione del mondo che riflette a sua volta i fondamenti della dottrina sociale della Chiesa (3).
La vera tradizione, scrive il pensatore brasiliano, presuppone due princìpi:
“a) che ogni ordine di cose autentico e vivo possiede in sé un impulso continuo al completarsi e a perfezionarsi;
b) che pertanto il vero progresso non è distruggere ma sommare; non è spezzare ma continuare verso l’alto.
Insomma, la tradizione è la somma di un passato con un presente che gli sia affine. Il giorno d’oggi non dev’essere la negazione di quello di ieri, ma la sua armonica continuazione” (4).
Tradizione, dal latino tradere, non significa dunque mero attaccamento al passato, ma trasmissione, da una generazione all’altra, di un patrimonio di valori (5). “La tradizione che noi rappresentiamo è la Tradizione cattolica, una tradizione piena di vita. Una vita naturale e soprannaturale ardente” (6). Ciò che è vivo, per svilupparsi, ha bisogno di un ambiente propizio. L’ambiente naturale per la trasmissione e lo sviluppo dei valori è la famiglia che, come insegna la Chiesa, è “la cellula fondamentale, l’elemento costitutivo della comunità dello Stato” (7). Ma la famiglia, per sopravvivere e svilupparsi ha a sua volta bisogno di un substrato materiale che ne garantisca la vita e la libertà. Per questo Pio XI, nella enciclica Quadragesimo anno afferma che “bisogna che rimanga sempre intatto e inviolato il diritto naturale di proprietà privata e di trasmissione ereditaria dei propri beni, diritto che lo Stato non può sopprimere” (8).
Max Delespasse, un noto progressista belga, in un libro dal significativo titolo: Tradition, Famille, Propriété. Jésus et la triple contestation, osserva: “Certi osservatori superficiali potrebbero stupirsi davanti al trinomio ‘tradizione-famiglia-proprietà’, come se si trattasse di un artificioso miscuglio. In realtà , l’unione di questi tre termini non è casuale. (…) Tradizione-famiglia-proprietà è un blocco coerente che va accettato o rifiutato, ma del quale non si possono separare gli elementi” (9).
Il rifiuto più radicale di questo blocco dottrinale è stato espresso, nella nostra epoca dal socialcomunismo, i cui principi basilari, secondo il matematico russo Igor Safarevic (10), possono essere ricondotti a questi punti:
a) abolizione della proprietà privata;
b) abolizione della famiglia;
c) distruzione della religione;
d) uguaglianza, soppressione della gerarchia sociale.
La formula TFP, afferma a sua volta Plinio Corrêa de Oliveira, racchiude “i tre grandi princìpi negati dal collettivismo moderno”, che ad essi ha contrapposto un trinomio altrettanto significativo: “massificazione – schiavitù – fame” (11).

 

Note:

[1] L’inizio dell’attività pubblica della TFP risale al 25 luglio 1963, quando l’associazione subentrò ufficialmente nella gestione di tutte le attività fino ad allora esercitate dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira, a titolo personale, e dai suoi collaboratori del gruppo di “Catolicismo”. Presidente della TFP brasiliana fu, fino alla morte, Plinio Corrêa de Oliveira; vice-presidente, anch’egli fino alla morte, il prof. Fernando Furquim de Almeida (1913-1981).

[2] TFP, entità affini o bureaux di rappresentanza furono fondati in Argentina, Cile, Uruguay (1967), Perú (1970), Colombia, Venezuela, Spagna (1971), Ecuador (1973), Bolivia, Francia, Portogallo, Stati Uniti (1974), Canada (1975), Italia (1976), Sudafrica (1980), Germania, Australia (1982), Costa Rica (1983), Nuova Zelanda (1985), Filippine (1986), Paraguay (1987), Gran Bretagna (1990), India (1992), Polonia (1995), Giappone (1996).

[3] Le sue “linee essenziali – come afferma Pio XII – furono e sono tuttora le medesime: la famiglia e la proprietà, come base di provvedimento personale; poi, come fattori complementari di sicurezza, gli enti locali e le unioni professionali, e finalmente lo Stato” (Pio XII, Radiomessaggio natalizio del 24 dicembre 1955, in DR, vol. XVII, pp. 437-438).

[4] P. Corrêa de Oliveira, TFP. Tradição, in “Folha de S. Paulo”, 12 marzo 1969. Cfr. anche id., Nobiltà ed élites tradizionali analoghe, cit., p. 70.

[5] Pio XII ha ben insegnato come non c’è vero progresso al di fuori della tradizione. “Il suo stesso vocabolo etimologicamente è sinonimo di cammino e di avanzamento. Sinonimia, non identità. Mentre infatti il progresso indica soltanto il fatto del cammino in avanti passo innanzi passo, cercando con lo sguardo un incerto avvenire; la tradizione dice pure un cammino in avanti, ma un cammino continuo, che si svolge in pari tempo tranquillo e vivace, secondo le leggi della vita (…). Come indica col suo nome, la tradizione è il dono che passa di generazione in generazione, la fiaccola che il corridore ad ogni cambio pone in mano e affida all’altro corridore, senza che la corsa si arresti o si rallenti. Tradizione e progresso s’integrano a vicenda con tanta armonia, che, come la tradizione senza il progresso contraddirebbe a se stessa, così il progresso senza la tradizione sarebbe una impresa temeraria, un salto nel buio” (Allocuzione al patriziato e alla nobiltà romana del 19 gennaio 1944, in Nobiltà ed élites tradizionali analoghe, cit., pp. 70-71).

[6] P. Corrêa de Oliveira, Discorso del 3 gennaio 1992, in “Catolicismo” n. 494 (febbraio 1992).

[7] Pio XII, Allocuzione ai Padri di famiglia francesi del 18 settembre 1951, in DR, vol. XIII, p. 242.

[18 Pio XI, Enciclica Quadragesimo anno del 15 maggio 1931, in AAS, vol. 23 (1931), pp. 190-216. Cfr. Denz.-H, n. 3728.

[9] Max Delespasse, Tradition, Famille, Propriété. Jésus et la triple contestation, Fleurus, Paris 1972, pp. 7, 8.

[10] Igor Safarevic, Il socialismo come fenomeno storico mondiale, tr. it. La Casa di Matriona, Milano 1980, p. 267.

[11] P. Corrêa de Oliveira, Nobiltà ed élites tradizionali analoghe, cit., p. 117.

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