Commentando… Che male ci sarà?

blank

 

di Plinio Corrêa de Oliveira
Come abbiamo già segnalato in un’altra parte di questo giornale, il Papa ha appena proibito l’ingresso in Vaticano a signore e giovani che non indossino le calze, così come a quelle che non siano vestite secondo la modestia cristiana. È molto significativo che la Santa Sede si sia vista costretta a scendere a tali minuzie dell’abbigliamento femminile, quali le calze, per salvaguardare il decoro della Chiesa. La preoccupazione per la decenza cattolica dovrebbe essere così viva in tutti gli animi, che mai l’amministrazione suprema della Chiesa si dovrebbe trovare nella contingenza di abbandonare, anche solo per un momento, la riflessione su problemi più rilevanti, per risolvere questo punto. Tutti, assolutamente tutti i cattolici hanno il dovere stretto di possedere una coscienza così saldamente fondata sui principi della Fede, da non lasciarsi trascinare, né impressionare, né commuovere da alcun vento di moda o di dottrina che soffi da origini sospette.
Che cosa è, dunque, che corrode le fibre più nobili e forti della coscienza cristiana di molti cattolici, costringendo la Santa Sede a intervenire in una questione che dovrebbe essere pacifica e incontestabile, un vero luogo comune? È, senza dubbio, la stanchezza di resistere alla malizia del secolo e alle seduzioni del mondo; la stanchezza per l’obbrobrio con cui il mondo copre i seguaci di Gesù Cristo, poiché il mondo ama ciò che è suo, ma, non essendo noi del mondo, il mondo ci odia, perché prima di noi ha odiato Gesù Cristo, nostro Capo; stanchezza che cerca pretesti in una pseudo-carità e in una falsa larghezza di vedute; stanchezza che suole generare paure nervose circa il pericolo del rigorismo e del giansenismo, in un’epoca sommersa di lassismo e di presunzione; stanchezza, infine, che abitualmente si esprime nella formula: “che male ci sarà in questo?”
“Che male ci sarà in questo?” – Da qui cominciano, in genere, le peggiori capitolazioni. È evidente che a causa di ciò non si deve sprofondare in un pessimismo nero, che non sarebbe affatto conforme allo spirito cattolico. Ma non sarebbe nemmeno conforme alla dottrina cristiana un ottimismo infondato, che consiste spesso nel confidare e sperare nel mondo, mentre dobbiamo confidare e sperare soltanto in Dio.
Per quanto riguarda la moda femminile, qualcosa che a molti non sembrerebbe affatto male è stata proibita nel territorio del Vaticano. Resta che il nostro amore per la Santa Sede non si riduca a semplici proteste verbali, ma si manifesti in un ossequio e in un’imitazione esemplari.

Fonte: Legionário, 23 agosto 1942, N. 519, pag. 2. Traduzione a cura di Samuele Maniscalco.

Contato