Corpus Domini: una grande lezione di combattività della Chiesa

di Plinio Corrêa de Oliveira

Estratti dal “Santo del giorno”, 28 maggio 1970, senza revisione dell’autore (*)

 

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Processione del Corpus Domini a Orvieto (Italia). Cliccare sulla foto per vedere altre foto scattate nella stessa occasione.

Siamo nella festa del Corpus Domini e vorrei mostrarvi qualcosa sul motivo per cui questa festa è stata istituita.

Sapete che i protestanti, eretici, negavano e negano la presenza reale di Nostro Signore Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento. Questo è stato uno dei più grandi scandali della Chiesa nel XVI secolo, un secolo di tanti scandali. Il popolo medievale aveva una fede profonda nel Santissimo Sacramento, nella Presenza Reale, e quindi un’enorme devozione alla Santa Messa o all’adorazione del Santissimo Sacramento. E i protestanti negavano brutalmente la Presenza Reale.

Questa negazione fu uno dei punti di frattura tra protestanti e cattolici e fu accolta dai cattolici come uno dei peggiori oltraggi mai commessi contro Nostro Signore.

Quale fu allora la politica, perché di politica si può parlare nel senso elevato del termine, cioè quale fu la tattica pastorale usata dalla Chiesa di fronte a questo fatto?

La Chiesa aveva due strade. Poteva dire: “Beh, i nostri fratelli separati protestanti stanno negando la presenza reale. Se affermiamo con forza la presenza reale, aumentiamo la separazione. Poiché non accettano in alcun modo quel dogma, nella misura in cui lo affermiamo, si allontanano; quindi, vale la pena che ripensiamo al dogma della presenza reale. E, considerando che i tempi sono cambiati, perché l’anno 1500 era a tutti gli effetti molto lontano dall’anno 1 dell’era cristiana, era del tutto naturale che ora esprimessimo la presenza reale con un vocabolario diverso che potesse piacere ai protestanti. Non sarebbe una negazione della presenza reale – mai! È un dogma definito da Nostro Signore Gesù Cristo e, per questo, non diremo il contrario di questo dogma”.

 

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Proclamazione del dogma dell’infallibilità pontificia

“Ma, invece di affermare a gran voce che Nostro Signore è realmente presente sotto le apparenze eucaristiche, presente con il suo Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità, potremmo dire quanto segue: che cos’è realmente questa presenza? Dio è presente ovunque, e i buoni amici protestanti possono capire che Dio è presente lì, come è presente, ad esempio, in un fiore, o come è presente in una pagnotta. Noi capiamo che non è così. Che Egli è realmente presente con Corpo, Sangue, Anima e Divinità, ma non lo diremo per non creare una divisione. Poi iniziamo il dialogo. Nel dialogo diciamo loro: “Come sarebbe se tornassimo a studiare i fondamenti del dogma della Presenza Reale, per verificare, nel complesso, in che misura tale dogma ha o non ha il suo fondamento nella Sacra Scrittura?”.

Il protestante direbbe: “Il tuo dubbio è fratello del mio. Anch’io voglio studiare la questione, come anche voi volete studiarla”. Gli rimarrà l’impressione che io abbia un dubbio, ma non ho detto che ho un dubbio”.

Poi è iniziata una conversazione sul Santissimo Sacramento in cui si direbbe: “Guardi, sarebbe più interessante, invece di prendere una posizione rigida, che studiassimo il modo in cui potremmo arrivare a un accordo”. In modo che dalla tesi “Gesù Cristo è realmente presente nell’Eucaristia” e dall’antitesi “Gesù Cristo non è realmente presente nell’Eucaristia” si possa dedurre una terza posizione. Che non sarebbe né l’una né l’altra. Tu cedi un po’ e io cedo un po’. E affermeremo insieme che Gesù Cristo è effettivamente presente nell’Eucaristia. Ora, se sia presente solo come Dio, o come Dio-Uomo, è un dettaglio su cui ognuno di noi rivendica la propria libertà di posizione. Allora saremo finalmente arrivati a una sintesi.

“In questo modo si sarebbe potuta evitare la spaccatura tra protestanti e cattolici e il mondo cristiano oggi sarebbe unanimemente cattolico. Questo avrebbe dato alla Religione Cattolica una forza, un vigore, una grandezza molto diversa dalla tristezza di questa rottura, di questa divisione che esiste. Voi cattolici, quando vedete le sette protestanti polverizzate e dall’alto e dall’interno della vostra unità ridete di questa polverizzazione, potete immaginare di quale disgrazia state ridendo? Avete idea di quanto questo abbia rappresentato per la distensione morale di questo mondo protestante così diviso? Di quanto abbia rappresentato di lotte, di divisioni, di dolori e di sofferenze? La prima commissione è venuta da voi, quando avete rifiutato la nostra novità. Le altre commissioni sono avvenute a catena, proprio a causa di quel rifiuto che avete praticato. Siete voi gli autori dei mali di cui vi lamentate, e ridete di noi, visto che ci avete ridotto nello stato in cui siamo”.

Se Satana dovesse usare la parola, con più intelligenza e con più attrattiva, direbbe più o meno la stessa cosa.

I santi, i teologi, i papi che vivevano in quel periodo, seguivano una politica completamente diversa. E pensavano questo: la Chiesa cattolica è stata istituita da Gesù Cristo per insegnare la verità. Non ha il diritto di dare un insegnamento confuso, perché un insegnamento confuso non è un insegnamento degno di questo nome. Un insegnamento confuso è indegno. Anche se non è intenzionale, e l’insegnante per incompetenza lascia che la confusione regni sul contenuto di ciò che sta insegnando, non è degno di essere un insegnante. Perché la chiarezza è la prima qualità dell’insegnante.

Pertanto, il primo requisito dell’insegnamento è la chiarezza. Se uno che insegna intenzionalmente non lo fa con chiarezza, è peggio di un incompetente: è un disonesto. Infatti, è disonestà, è frode, presentarsi con il secondo fine di non dare tutta la verità, quando è quello che ci si aspetta.

Se, secondo quanto pensavano quei grandi teologi e dottori, la Chiesa dovesse tacere a questo proposito, e i fedeli dovessero ascoltare un insegnamento confuso su una verità indispensabile per la salvezza, essa froderebbe i fedeli. E verrebbe meno alla sua missione.

In secondo luogo, se la Chiesa tacesse sull’Eucaristia, indurrebbe i fedeli a ricevere la Comunione in modo sbagliato. Chi può fare un atto di adorazione del Santissimo Sacramento se non è certo che Nostro Signore Gesù Cristo è lì? Non è possibile! In altre parole, per mantenere un’unità putrida, la Chiesa sacrificherebbe la vita spirituale dei suoi fedeli.

I Padri del Concilio di Trento capirono che era necessario fare il contrario. E, in opposizione al protestantesimo, accentuare il culto del Santissimo Sacramento. Istituire una festa per l’adorazione del Santissimo Sacramento. Fare una processione in cui il Santissimo Sacramento uscisse per le strade, adorato da tutti, in cui le folle lo adorassero inginocchiate a terra, riconoscendo che sotto le apparenze eucaristiche c’è Nostro Signore Gesù Cristo. E promuovere questo culto in ogni modo, raggiungendo quella pienezza che è l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, istituita da San Pietro Giuliano Eymard.

Era la politica del confronto, del non concedere, del combattere, dell’affermare, del proclamare. Era la politica dell’onestà, della lealtà, dell’integrità, della coerenza. Da essa è arrivato alla Chiesa un torrente di grazie; esattamente le grazie della Controriforma, che ha rappresentato una delle più grandi piogge di grazie che la Chiesa abbia mai ricevuto.

L’accentuazione del culto del Santissimo Sacramento, della Madonna, della devozione al papato, fu la risposta della Chiesa al protestantesimo. È stata una risposta lunga 300 anni, che si è accentuata sempre di più. Nel XIX secolo, la proclamazione dell’infallibilità papale, la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione e, ai nostri giorni, il dogma dell’Assunzione. Abbiamo avuto una serie di affermazioni, istituzioni, ecc. che hanno sviluppato e affermato ciò che il protestantesimo negava. Così, più essi persistevano nel loro errore, più noi proclamavamo a gran voce la verità. Quanto più erano divisi, tanto più si affermava la nostra unità.

Finché non soffiarono altri venti… Diciamo subito la verità: ci sono innumerevoli cattolici che non hanno più la coerenza della loro fede. Non hanno più la combattività, non hanno più quell’integrità che caratterizza l’istituzione quando è viva.

 

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Toledo (Spagna), cadetti di fanteria che rendono omaggio al Santissimo Sacramento, in occasione della festa del Corpus Domini.

Nota: Traduzione a cura del nostro sito.

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