Brano della conferenza del 5 giugno 1994 (*)
di Plinio Corrêa de Oliveira
Terza apparizione: 13 luglio 1917
Nel corso della terza apparizione, una nuvoletta cenerognola si librò sull’elce, il sole si oscurò, una fresca brezza spirò sulla montagna, benché si fosse in piena estate. Il signor Marto, padre di Giacinta e Francesco, che lo racconta, dice che udì anche un sussurro simile al rumore prodotto da mosche in un orciolo vuoto. I veggenti videro il riflesso della solita luce e poi la Madonna sul querciolo:
LUCIA: «Che cosa vuole da me Vostra Signoria?»
LA MADONNA: «Voglio che veniate qui il giorno 13 del mese prossimo, che continuiate a recitare tutti i giorni il rosario in onore della Madonna del Rosario, per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché soltanto lei ve la potrà meritare».
LUCIA: «Vorrei chiederle di dirci chi è, e di fare un miracolo per cui tutti credano che Vostra Signoria ci appare».
LA MADONNA: «Continuate a venire qui tutti i mesi. In ottobre dirò chi sono, che cosa voglio, e farò un miracolo che tutti vedranno per poter credere».
Lucia presenta allora una serie di richieste di conversioni, guarigioni e altre grazie. La Madonna risponde raccomandando sempre la pratica del rosario, con cui otterranno le grazie entro l’anno.
Quindi proseguì: «Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte e in modo speciale quando fate qualche sacrificio: «O Gesù, è per amor vostro, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria».
Prima parte del segreto: la visione dell’inferno
«Dicendo queste ultime parole – racconta suor Lucia – aprì di nuovo le mani come nei due mesi passati, un riflesso [di luce che esse emettevano] parve penetrare la terra e vedemmo come un grande mare di fuoco e immersi in questo fuoco i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o abbronzate, di forma umana, che ondeggiavano nell’incendio, sollevate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti – simili al cadere delle scintille nei grandi incendi – senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e di disperazione, che terrorizzavano e facevano tremare di paura. I demoni si distinguevano per la forma orribile e ributtante di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni di braci.
La visione durò soltanto un momento, durante la quale Lucia emise un «ahi». Ella nota che, se non fosse stato per la promessa della Madonna di portarli in cielo, i veggenti sarebbero morti per l’emozione e la paura.
Che dire dell’Inferno?
Ricordo che una volta proposi la seguente riflessione a un vescovo. Gli dissi:
«Eccellenza, è vero che tutte le cose che esistono e che vediamo nell’universo sono creature di Dio?».
«È vero».
– Allora è vero anche che tutto ciò che esiste in Cielo, in Terra e all’Inferno è creatura di Dio?
– È vero.
– Ma allora l’Inferno è una creatura di Dio.
– È vero, Dio ha creato l’Inferno.
– Ma Lui ha creato l’Inferno e ha creato tutto ciò che tormenta e provoca orrore nell’Inferno. Perché, se tutto è creatura di Dio e nell’Inferno ci sono, per esempio, braci, calori, fattori che provocano il calore, cose che provocano dolore in tutti i modi possibili?
La grande Santa Teresa di Gesù, la mistica incomparabile, ebbe una visione in cui Dio le mostrò quale sarebbe stato l’Inferno dove sarebbe andata se non fosse stata fedele.
La fece entrare all’Inferno in una specie di tomba dove lei guardò dentro e vide una sorta di strumento fissato in modo tale da formare due tavole. Ciascuna di queste tavole era tutta ricoperta di punte affilate, in modo che, quando la tavola si chiudeva, le punte quasi coincidevano, ma non coincidevano. Lei sarebbe dovuta rimanere per l’eternità piegata in due, senza che questo arnese si aprisse mai, e trafitta in tutte le direzioni da queste punte. Messa in questa tomba, senza vedere nulla, liquidata lì, e con tutto il calore dell’Inferno che soffiava su di lei.
Questa sarebbe stata la sorte della grande Santa Teresa se non avesse corrisposto alla grazia. Capite la cosa tremenda…
Ho detto (a quell’ecclesiastico):
– Allora bisogna dire che l’Inferno è una camera di tortura ideata e creata da Dio, e che tutto ciò che si muove in ultima analisi ha Dio come motore primo. Tutto ciò che si muove all’Inferno ha Dio come motore primo, e questo movimento di tutte queste cose proviene continuamente dall’azione di Dio, che fa muovere tutto all’interno dell’Inferno.
Lui mi disse:
– È vero.
Allora ecco la cosa più terribile dell’Inferno: è che è Dio che sta creando tutto questo. Dio ha fatto, Dio mantiene tutto questo nell’esistenza, Dio mantiene tutto questo in movimento, ascolta il gemito di tutta questa moltitudine di reprobi e non ha pietà. Non ha pietà! Al contrario, uno degli elementi della sua felicità è conoscere e produrre la sofferenza di quelle persone.
Non ho voluto approfondire la questione, perché era un vescovo, ma avrei voluto chiedergli: perché questa cosa non si predica mai?
Perché, se è vera, bisogna dirlo, e, se non è vero, bisogna combatterlo. Ma tacere su questa cosa terribile, questo è incomprensibile.
Perché quante persone, sentendo questo, non andranno all’inferno perché avranno paura di andarci, e se non lo sentono ci andranno?
Più persone lo sentiranno, minore sarà il numero di coloro che andranno all’Inferno. Al contrario, più persone saranno private di questa verità, maggiore sarà il numero di coloro che andranno all’Inferno. E molti sono all’Inferno perché c’è stata gente che ha provato falsa pietà per loro e non ha raccontato loro com’era l’Inferno.
La Madonna, con un messaggio per il mondo, in cui tutto doveva essere portato a conoscenza del mondo intero, e in cui voleva produrre la salvezza dei peccatori, ha fatto vedere ai tre piccoli veggenti l’Inferno. Tutto ciò affinché essi facessero conoscere questo ai peccatori di tutto il mondo e tremassero fino al midollo per il terrore dell’Inferno.
Vi sembra così difficile che ci siano persone che abbiano il coraggio di dire questo?
Perché? È facile da capire.
Se c’è un predicatore che va – oggi non più dal pulpito – dove i Padri predicano, cioè accanto al Vangelo, e dice: «Miei cari figli, oggi è domenica. Guardate che bella e soleggiata domenica, immagine della bontà di Dio. Come Dio è buono nel farvi vedere così la sua bontà e nell’attrarvi al Cielo. Quanto Dio ricompenserà le vostre virtù…”, ecc., ecc., e nessuna parola sull’Inferno, essi faranno il contrario di ciò che ha fatto la Madonna.
Perché la Madonna ha detto cose magnifiche sul Cielo in tutte queste apparizioni, non si poteva fare di più per rendere il Cielo attraente di quanto la Beata Vergine ha mostrato di Sé, che è una sintesi di tutti gli splendori e le bellezze del Cielo, insomma, di tutto ciò che ha fatto per attirare con la sua dolcezza le anime al Cielo.
Ma attenzione! C’è anche la giustizia di Dio, c’è l’ira di Dio! E questa è preparata anche per chi non dà importanza alle carezze della bontà di Dio.
La Madonna voleva che il mondo intero prendesse conoscenza di questa manifestazione del terrore dell’Inferno.
Il mondo intero ne ha preso conoscenza? O forse hanno ignorato questa predicazione come il gatto cammina sulle braci?
Ma che peccato dire di essere “apostolo di Fatima” e non raccontarlo!
È una cosa che dovremmo sapere a memoria. E quando facciamo apostolato su Fatima, improvvisamente qualcuno dice:
– No, io non ci credo.
– Va bene, non ci credi? Ascolta cosa è successo. Se non ci credi, poi mi spieghi come, ma l’Inferno è così e così – e viene questa descrizione, come altre descrizioni dell’Inferno date dai santi, ecc.
Allora possiamo capire l’enorme utilità! Dico di più: l’indispensabilità della predicazione sull’Inferno. E quindi anche di un riferimento ardente all’Inferno nel nostro apostolato.
Nota: Traduzione non revisionata dall’autore. Il linguaggio parlato è stato mantenuto.