Peccatori prima e dopo Cristo

In Difesa dell’Azione Cattolica, Plinio Corrêa de Oliveira, Editora Ave Maria, São Paulo, 1943, Quinta Parte – Conferma del Nuovo Testamento, Capitolo singolo (continuazione)

Peccatori prima e dopo Cristo

Anche dopo la Redenzione, il peccato originale continuò ad esistere con le sue tristi conseguenze per l’intelligenza e la volontà dell’uomo. D’altra parte, gli uomini sono rimasti suscettibili alla tentazione del diavolo. Di conseguenza, il peccato non è scomparso dalla terra e la Chiesa continua a farsi strada in un mare agitato, dove l’ostinazione e la malizia dei peccatori sollevano ostacoli che essa deve superare in ogni momento.

Basta un rapido sguardo alla storia della Chiesa per renderlo dolorosamente evidente.

Ma c’è di più: la grazia santifica chi la riceve, ma il suo rifiuto da parte dell’uomo lo mette in una situazione peggiore di quella in cui si trovava prima di riceverla. È in questo senso che l’Apostolo scrive che i pagani convertiti al cristianesimo e poi sedotti dalle eresie sono diventati peggiori di quanto non fossero prima di diventare cristiani.

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Il peggior criminale della storia non è certo il pagano che ha condannato a morte Gesù Cristo, né il sacerdote che ha diretto il corso degli eventi che hanno portato alla crocifissione, ma l’apostolo infedele che ha venduto il suo Maestro per trenta denari. “Più grande è l’altezza, più profonda è la caduta”, dice un proverbio della nostra saggezza popolare. Quale profonda e dolorosa consonanza ha questa affermazione con gli insegnamenti della teologia!

Così, nel suo cammino, la Madre Chiesa deve affrontare uomini altrettanto cattivi, se non peggiori, di quelli che si ribellarono alla legge di Dio nell’Antico Testamento. Nella sua Enciclica Divini Redemptoris, il Santo Padre Pio XI ha dichiarato che, nel nostro tempo, non solo gli uomini, ma anche “popoli interi si trovano nel pericolo di ricadere in una barbarie peggiore di quella in cui ancora giaceva la maggior parte del mondo all’apparire del Redentore”.

Di conseguenza, la difesa dei diritti della verità e del bene richiede che i molti nemici della Chiesa siano umiliati più vigorosamente che mai. Quindi, quando le preghiere e la gentilezza non sono sufficienti a vincere l’avversario, un cattolico deve essere pronto a brandire efficacemente tutte le armi legittime a sua disposizione.

Si noti, nei passi che seguono, quanti esempi mirabili di profonda astuzia, instancabile combattività ed eroica franchezza si trovano nel Nuovo Testamento. Essi mostrano chiaramente che Nostro Signore non era un predicatore sentimentale, ma un Maestro infallibile che sapeva predicare l’amore con parole ed esempi di insuperabile e ammirevole dolcezza, sapendo anche predicare, con parole e fatti di insuperabile e non meno adorabile severità, il dovere della vigilanza, della perspicacia e della lotta aperta e implacabile contro i nemici della Chiesa che la bontà non riesce a disarmare.

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