Riflessioni militanti sul Natale

In occasione del Santo Natale, proponiamo ai nostri lettori una miscellanea di commenti tratti da riunioni tenute dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira ai membri e volontari della TFP brasiliana in occasione delle festività del 1988, 1989 e 1993.

 

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Confiteor ai piedi dell’Avvocata celeste
Immaginiamo un peccatore pentito, umile, a capo chino, che si avvicina alla grotta di Betlemme il giorno del Natale e, di fuori, si rivolge a san Giuseppe, dicendogli di non esserne degno. Con voce commossa, egli chiede al Patrono della Santa Chiesa che ottenga per lui, dalla Madonna, uno sguardo di compassione. Riceve una risposta affermativa. La Madonna stende verso di lui le sue braccia in modo ultra-materno e lo invita a entrare, coprendolo col suo sguardo amorevole.
Sentendosi indegno, egli prega fuori dalla grotta: “Anche il bue è degno di stare dentro, perché inserito nell’ordine creato da Dio. Ma io sono un peccatore che ha rotto, a un certo punto, con l’ordine divino. Non sono degno di avvicinarmi al Bambino. Ma se Tu, Madre mia, mi copri con il Tuo manto, oso tutto!” La Madonna lo copre e lo introduce nella grotta. Egli si inginocchia e recita un Confiteor. Poi, il Bambino Gesù fa un gesto, che può essere interpretato come il gesto istintivo di un bambino, ma che ha il significato del perdono divino.
Ecco spiegato, con una metafora, il ruolo della Madonna, Avvocata celeste.
Supplica alla Madre immacolata e amorevolissima
Mi piacerebbe poter fare un esame di coscienza ai piedi del Bambino Gesù nella mangiatoia di Betlemme.
Madre nostra, Signora dell’universo, ti chiedo di porre questo esame di coscienza presso la culla del tuo Divin Figlio.
Ottienimi dal Dio Bambino, tu che sei la sua Madre amorosissima e immacolata, una vera e profonda contrizione per tanta indifferenza, dubbio e mondanità in quest’anno che volge al termine. Indifferenza, dubbio e mondanità di fronte al sublime e all’orribile che segnano profondamente i nostri giorni. Indifferenza, dubbio e mondanità, segni inequivocabili di un egoismo traboccante e di una preoccupante mancanza di amore per Dio.
Tu, tuttavia, hai preso l’iniziativa di riconquistare la mia anima, la più difficile delle riconquiste…
Completa, dunque, Signora, l’opera che hai iniziato. Non lasciare che il tuo braccio si fermi all’inizio del compito, né che i tuoi piedi si riposino prima di aver raggiunto la meta. Comunicami la pienezza del tuo spirito, preparami alle grandi sfide che mi attendono.
Fai che il tuo santo spirito attraversi gli abissi delle mie miserie e delle mie infedeltà, come un tempo il Verbo di Dio attraversò gli abissi che lo separavano dalla Creazione per entrare in te.
Ma soprattutto, Signora, fa’ che si realizzino gli eventi da te promessi a Fatima, che si combatta la grande battaglia contro il male, che venga san Michele e che tu vinca su tutta la terra.

 

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Riflessioni sulla Santa Casa di Loreto
Sono sicuro che, guardando al futuro, la Madonna ha considerato che sarebbe giunto un momento in cui gli angeli avrebbero esercitato il loro potere sulla Santa Casa in cui abitava, e l’avrebbero trasportata per aria affinché non cadesse nelle mani dei musulmani. Prevedeva che la Santa Casa di Nazareth sarebbe stata deposta in un luogo chiamato Loreto, in Italia, e che lì innumerevoli pellegrini, probabilmente fino alla fine del mondo, avrebbero venerato le sacre mura che circondavano il luogo dove ancora echeggiano le conversazioni della Sacra Famiglia; dove ancora si odono le risate candide e cristalline del Bambino Gesù; dove ancora si sente la voce profonda, paterna e affettuosa di san Giuseppe; dove ancora risuona la voce, modulata quasi all’infinito, come un organo, della Madonna, esprimendo adorazione e venerazione in tutti i suoi gradi, in tutte le sue modalità.
Quante meraviglie tra queste sacre mura!
In questa Santa Casa, la Madonna rifletteva sui miracoli che avrebbe compiuto il Nostro Divino Redentore nella sua vita pubblica, sulle anime che Egli avrebbe attratto, sulle buone opere che avrebbe fatto. Ella certamente contemplava, con sgomento, come tutto questo sarebbe stato a un certo punto dimenticato e rifiutato dagli ebrei, e poi anche dai suoi stessi apostoli, a causa della loro debolezza e tiepidezza. Vedeva perfino il tradimento di Giuda.
Poi, però, pensava alla Pentecoste, all’espansione della Chiesa in tutto il bacino del Mediterraneo, ai luoghi misteriosi che gli apostoli avrebbero visitato, riempiendo la Terra della loro presenza. Meditava sulla liberazione della Chiesa da parte dell’imperatore Costantino, sulla Chiesa che avrebbe brillato sulla faccia della Terra, durante l’invasione dei barbari; e poi su san Benedetto, il Patriarca d’Occidente, che avrebbe iniziato una nuova via spirituale da cui sarebbe nato il Medioevo, con tutti i suoi splendori.
Dopo il Medioevo, e come infame risposta ad esso, sarebbe scoppiata la Rivoluzione, con tutte le sue atroci conseguenze: umanesimo, protestantesimo, rivoluzione francese, rivoluzione comunista fino alla rivoluzione culturale di oggi, dalla gestazione enigmatica, difficile da definire nei suoi veri contorni, ma tanto infame.
A un certo punto, però, la Madonna avrebbe scorto, come petali di rosa che galleggiano in mezzo al mare di fango, alcune anime che dicono NO alla Rivoluzione, fra cui ci piace pensare che ci siamo noi.
Ognuno di noi può venire ai piedi del presepe e narrare al Bambino Gesù la propria storia, ricordando come la grazia divina ha operato nella nostra anima: i vari alti e bassi, i “sì” e i “no”, i moti dell’orgoglio e quelli della sensualità, vittorie seguite da sconfitte, pentimenti e di nuovo vittorie, tutto sotto la misericordia di Dio. Qualcuno sarà caduto lungo la strada, altri si saranno sdraiati, abbandonando la lotta. C’è la preghiera di coloro che sono ancora in piedi per coloro che sono caduti. C’è, soprattutto, la mano della Madonna che, di tanto in tanto, solleva qualcuno affinché possa riprendere la retta via.
E così via, fino all’intervento della Madonna nella storia: venga il Regno di Maria da te predetto a Fatima!

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Suppliche e gratitudine di un combattente cattolico
O Bambino Gesù! Tu sei segno di contraddizione che divide la storia in due. Tutto in Te è Controrivoluzione, tutto quanto è contro di Te è Rivoluzione.
Ecco uno, Signore mio Gesù Cristo, portato dalla grazia che la tua Madre celeste ha ottenuto da Te con le sue preghiere; ecco questo combattente, inginocchiato davanti a Te, prima di tutto per ringraziarti. Ti ringrazio per la vita che mi hai dato. Ti ringrazio per il piano eterno che avevi per me, un piano determinato e individuale, per cui doveva esserci, nei disegni di Dio, qualcuno che sarei stato io, che tra gli uomini avrebbe occupato questo posto, per quanto piccolo, ma un posto nell’enorme mosaico di esseri umani che devono ascendere al Cielo.
Ti ringrazio per aver posto la lotta sul mio cammino, affinché potessi essere un eroe. Ti ringrazio per la forza che mi hai dato per resistere e combattere, per combattere e pregare. “A Dios rogando y con el mazo dando – A Dio pregando e col bastone colpendo”, diceva Sant’Antonio Maria Claret, fondatore dei Sacerdoti del Cuore di Maria. Ti ringrazio per tutto questo, ma Ti ringrazio soprattutto per tutti i giorni della mia vita che sono trascorsi nella Tua grazia.
Ti ringrazio perché gli anni trascorsi fuori dalla Tua grazia Tu li hai chiusi, a un certo momento, col Tuo perdono, facendo sì che io potessi abbandonare la via della sventura per entrare di nuovo nella Tua amicizia.
Ti ringrazio oh Divino Bambino Gesù per tutto quanto ho fatto per combattere i miei difetti. Ti ringrazio per non essere stato impaziente con me e per avermi tenuto in vita, così da avere ancora il tempo per correggerli, fino all’ora della mia morte.
Se posso offrirti una preghiera in questa notte di Natale, Oh Signore Gesù, è la preghiera che si trova in uno dei salmi: “Non chiamarmi nel mezzo dei miei giorni”.
Permettermi di adattarla: “Non togliermi la vita in mezzo alla battaglia, e aiutami affinché i miei occhi non si chiudano, i miei muscoli non perdano il vigore, la mia anima non perda la forza e agilità prima che io abbia, per la Tua gloria, superato dentro di me tutti i miei difetti, scalato tutte le altezze interiori per le quali sono stato creato; e che, sul Tuo campo di battaglia, io abbia, attraverso azioni eroiche, reso a Te tutta la gloria che ti aspettavi da me quando mi hai creato!”

FonteRivista Tradizione Famiglia Proprietà, dicembre 2025.

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