Santo del giorno, 23 giugno 1967
di Plinio Corrêa de Oliveira
Domani, il 24 giugno, è la festa della Natività di San Giovanni Battista. A questo proposito, riportiamo alcune informazioni biografiche fornite da Dom Guéranger:
27 giugno, terzo giorno dopo la festa di San Giovanni Battista:
Cristo e san Giovanni
La lieta Ottava del Precursore ci riserva un complemento di luce. Imitiamo la Chiesa, che, nuovamente, concentra oggi i suoi pensieri sull’Amico dello Sposo; essa sa che in tal modo lo Sposo stesso sarà meglio conosciuto. «Infatti – secondo Bourdaloue – fra Gesù Cristo e Giovanni Battista vi sono stati dei legami così stretti, che non si può conoscere bene l’uno senza conoscere l’altro; e se la vita eterna consiste nel conoscere Gesù Cristo, una parte della nostra salvezza consiste anche nel conoscere san Giovanni» (Discorso per la festa di san Giovanni Battista).
Missione e santità di san Giovanni
La missione di Precursore elevava per sé stessa Giovanni, come abbiamo visto, al di sopra di tutti gli altri profeti ed apostoli. Ma quale era nella sua personalità l’araldo la cui grandezza ci fu manifestata, nel giorno della festa, dalla dignità del messaggio che recava al mondo? Le sue qualità personali, la sua stessa santità, risposero all’eminenza del compito che veniva ad adempiere? La suprema armonia che ispira gli eterni decreti e presiede alla loro esecuzione nel tempo ci vieta di dubitarne. Quando l’Altissimo risolvé di unire il suo Verbo alla natura umana, si impegnò a rivestire tale natura creata di qualità divine, che le permettessero di trattare con il nuovo Adamo da pari a pari, e di chiamarlo suo figlio. Quando a questo figlio delle compiacenze, che voleva nello stesso tempo figlio dell’uomo, ebbe deciso di dare una madre, il dono d’una purezza degna in tutto del suo augusto titolo rimase fin d’allora assicurato alla futura Madre di Dio. Predestinato da prima dei secoli al servizio più eminente del Figlio e della Madre, incaricato dal sommo Padre di scoprire il Verbo nel seno della Vergine, di accreditare l’Uomo-Dio, di unirgli la Sposa: potrebbe mai darsi che la santità di Giovanni fosse rimasta, nei disegni di Dio o per sua propria colpa, meno incomparabile di quanto lo fosse la sua missione? L’eterna Sapienza non smentisce così a sé stessa; e l’elogio ineguagliabile fatto da Gesù al suo Precursore, nel momento in cui la vita di lui giungeva al termine (Mt. 11), mostra abbastanza chiaramente che le grazie tenute in serbo per quest’anima vi fruttificarono in tutta pienezza.
Pienezza della sua santità
E quali grazie sono mai quelle il cui punto di partenza ci mostra Giovanni, tre mesi prima della nascita, già costituito sulle vette che i più santi personaggi raggiungono appena in tutta una vita? Molto al disopra dei sensi e della ragione, che non hanno ancora in lui alcun uso, egli prende il suo inizio: con quello sguardo intellettuale che è sorpassato solo dalla chiara visione degli eletti, percepisce Dio presente davanti a lui nella carne; e, in un’estasi di adorazione e di amore, il suo primo atto fa di lui l’emulo dei Serafini.
La pienezza dello Spirito Santo fu, fin da quell’istante, l’eredità del figlio di Zaccaria e di Elisabetta: pienezza talmente strabocchevole, che presto la madre, e quindi il padre, si videro ripieni essi stessi della sovrabbondanza che usciva dal loro figlio (Lc. 15, 41, 67).
San Giovanni, cantore della Vergine
Per primo dunque, dopo la Madonna, egli aveva riconosciuto l’Agnello di Dio, e aveva dato il suo amore allo Sposo disceso dai colli eterni; per primo ancora, penetrando il mistero della divina e virginea maternità, senza separare il Figlio dalla Madre, egli aveva, mentre adorava Gesù, onorato Maria al disopra di ogni creatura. Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno, (Lc. 42). È parere unanime della tradizione, che pronunciando queste parole Elisabetta fu soltanto l’organo e il portavoce del suo figliolo. L’inizio di Giovanni, come testimone della luce, ha per oggetto Maria; ad essa, nell’ammirazione e nella lode, la prima espressione dei sentimenti che lo animano: angelo egli stesso, come lo chiamavano i Profeti, riprende e completa il saluto di Gabriele alla dolce Regina della terra e dei cieli (ibid. 28). Era lo slancio della sua gratitudine, illuminata pienamente sulla missione di Maria nella santificazione degli eletti, il grido della sua anima mentre si destava alla santità, al primo suono della voce della Vergine Madre.
Maria, educatrice di san Giovanni
Per lui infatti, con tutta sollecitudine, dopo la visita dell’angelo, essa aveva varcato le montagne; ma la Vergine riserva a Giovanni ben altri favori. Fino allora silenziosa, davanti a quel serafino dal quale è certa di essere compresa. Maria intona il suo divino cantico, che dà a Dio la gloria e a Giovanni la piena comprensione dell’ineffabile mistero. Così come ha santificato il Precursore del suo Figliolo, la Madre di Dio deve ora anche formarlo e istruirlo. Il Magnificat è la prima lezione al figlio di Elisabetta: lezione ineguagliabile di lode divina; lezione che dà a Giovanni l’intelligenza del contenuto delle Scritture, la scienza dei disegni divini in tutto il corso dei secoli. Per tre mesi, nell’angelico segreto di comunicazioni ancor più riservate, continua questa educazione meravigliosa.
Maria, Mediatrice per san Giovanni
Oh, sì, possiamo dire anche noi, a nostra volta e meglio dei Giudei, che pensate che sarà questo bambino? (Lc. 1, 66). La dispensatrice dei celesti tesori aveva custodito per Giovanni la prima effusione di quei fiumi di grazia di cui era divenuta la divina riserva. Il fiume che scorre dalla città santa (Sai. 45) non si fermerà più, portando ad ogni anima sino alla fine dei tempi i suoi innumerevoli ruscelli; ma il suo impetuoso procedere, nella forza del primo slancio, ha incontrato innanzitutto Giovanni; nella sua pienezza non ancora suddivisa, per tre mesi passa e ripassa su quell’anima, come se fosse esistito solo per essa. Chi potrà misurare quei torrenti? Chi potrà descrivere il loro effetto? La santa Chiesa non ci si prova nemmeno; ma nell’ammirazione che le procura la misteriosa crescita di Giovanni sotto lo sguardo stupito degli angeli, perdendo di vista la debolezza di quel corpo di bimbo dinanzi alla maturità dell’anima che lo abita, esclama, nel giorno della gloriosa Natività del Precursore: Grande è l’uomo che Elisabetta ha dato alla luce! Elisabeth Zachariae magnum virum genuit, Johannem Baptistam praecursorem Domini (Antifona dell’Uficio) – L’Anno liturgico, Dom Prosper Guéranger, vol. II,Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, Edizioni Paoline, pag. 790-793).
Questo commento di D. Guéranger è ricco di magnifiche prospettive. Si basa sul fatto che san Giovanni Battista, mentre era ancora nel grembo materno, era già dotato di grande lucidità. Infatti, non essendo stato concepito con il peccato originale – almeno nulla lo indica –, era esente da questa colpa poco dopo il suo concepimento, cosicché aveva intelligenza, comprensione delle cose che accadevano ed era in preghiera nel grembo di santa Elisabetta quando arrivò la Madonna.
Così, la prima cosa che sottolinea bene Mons. Guéranger è che Nostra Signora non andò da Santa Elisabetta solo per aiutarla, ma che il motivo principale della sua visita era quello di aiutarla a dare alla luce in modo perfetto questo bambino che sapeva essere il precursore annunciato dalle Scritture. Il bambino trascorse tre mesi vedendo costantemente la Madonna aiutare santa Elisabetta. Sentì la voce della Madonna; durante quei tre mesi comprese la Madonna.
Potete capire cosa sono due o tre mesi in compagnia della Vergine! Questo dimostra chiaramente che colui che i profeti chiamavano l’Angelo era una creatura così esaltata da essere al di sopra di tutti gli uomini. Nostro Signore disse di lui, più o meno, non ricordo bene la frase, che nessuno più grande di Giovanni Battista era nato dall’uomo.
Così, questa creatura, proprio all’inizio della sua vita, fu risvegliata alla conoscenza del mondo dalla voce di Nostra Signora. Sentì Santa Elisabetta cantare la grandezza di Nostra Signora e sentì Nostra Signora cantare il Magnificat. Ha ascoltato questo inno, questo canto così ben strutturato, così nobile, così razionale, così ben concepito. Ha ascoltato e compreso tutti i significati del Magnificat, poi il canto della voce di Nostra Signora e tutto il resto, tutto ha contribuito ad elevare la sua anima.
In altre parole, il primo insegnamento di quest’uomo privilegiato è stato un insegnamento di Nostra Signora. Quando il torrente degli insegnamenti e delle grazie di Nostra Signora – dice molto bene – era nel suo primo slancio per riversarsi sull’umanità, l’eco più splendida cadde su San Giovanni Battista, sulla sua anima, affinché fosse un angelo e si presentasse davanti al Messia, attraversando le montagne e riempiendo le valli per preparare le vie del Signore. Tagliare le montagne significa combattere i vizi; riempire le valli significa eliminare le paludi e le fosse della sensualità. Significa fare l’opera della Controrivoluzione per preparare le vie del Signore.
Dice qualcosa sulla santità di San Giovanni Battista, ma dice poco, perché doveva capire che non ci sono parole umane per descrivere bene ciò che è stata questa santità. Una santità tale – e in modo così estremo come quella del primo momento dell’apostolato di Nostra Signora – che gli uomini possono intravedere, ma non possono descrivere! Possono ammirarla, ma non possono conoscerla completamente.
Ecco il Battista, l’austero, il terribile Battista! Il Battista che va nel deserto e veglia. Poi esce dalla solitudine e comincia a predicare. Il Battista zelante che prepara le anime giudaiche, dalle quali nascerà la Chiesa cattolica. Perché il primo baluardo dei cattolici furono gli ebrei e il popolo preparato dall’apostolato di san Giovanni Battista. Ma il giudice Battista, il fedele Battista, il devoto Battista…!
Quando Nostro Signore apparve, disse: «A lui spetta crescere, a me diminuire; ora è a me scomparire: ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo! La mia missione è compiuta. Non ho più nulla da fare, perché il Sole di Giustizia è sorto e io non sono altro che un uccello che canta il Sole che stava per sorgere. Non appena il Sole è sorto, non ho più nulla da fare che morire per Lui».
Martirio di San Giovanni Battista
E poi abbiamo la morte, al tempo stesso indignata e gioiosa, di San Giovanni Battista. San Giovanni Battista e la sua lotta contro Erode, contro Salomè, martire della castità! L’uomo che sa affrontare l’impurità su un trono e che sa perdere la vita per dire la verità così com’è. È stato odiato, strappato a questa vita, ma strappato in un atto di amore supremo. È evidente che, quando è morto pensava all’Agnello di Dio che aveva visto e al canto del Magnificat che aveva ascoltato. È in questa estasi che la sua anima ha lasciato il corpo ed è andata ad attendere Nostro Signore nel Limbo.
Potete immaginare come deve essere stato l’incontro tra Nostro Signore e San Giovanni Battista nel Limbo, quando l’anima del martire, così pura e ancora lavata dal sangue che aveva appena versato, è venuta incontro a Lui. Cosa disse Nostro Signore a San Giovanni Battista che lo aveva acclamato? E poi, incoronando San Giovanni Battista in cielo!
Comprendiamo allora tutta la devozione degli ultramontani per san Giovanni Battista. Ne comprendiamo la radice. Questo profeta verginale ha attraversato la vita dicendo tutte le verità, senza temere nessuno, terrorizzando l’empietà e incantando e preparando per il Messia le anime che chiameremmo ultramontane – per usare il linguaggio contemporaneo -, quell’anima è stata formata direttamente dalla Santissima Vergine Maria.
E così, come attraverso uno specchio, possiamo vedere qualcosa delle virtù di Nostra Signora. Perché egli è il frutto dell’anima di Nostra Signora, della formazione di Nostra Signora. È il frutto della formazione, e l’albero si riconosce dai suoi frutti. Nostra Signora, se avesse formato un uomo che le fosse interamente gradito, lo avrebbe formato.
Si capisce così il paragone che si può fare tra lui e gli Apostoli degli ultimi tempi. Gli Apostoli degli ultimi tempi, formati interamente dalle esigenze di Nostra Signora, devono avere il profilo morale di San Giovanni Battista: uomini austeri, combattivi, meravigliati, intransigenti e pronti a dare tutta la loro vita per Nostra Signora.
Che la Madonna ci renda così! Che anche noi ascoltiamo la sua voce nelle nostre anime. Che anche noi prendiamo la forma dei suoi veri discepoli affinché, di fronte agli eretici contemporanei, siamo questi Apostoli degli ultimi tempi. È ciò che chiediamo, con tutta l’anima, a san Giovanni Battista e alla Madonna, nel giorno della loro festa.
Reliquiario contenente un dente di San Giovanni Battista, venerato nel museo annesso alla cattedrale di Monza (Italia).
Nota: I «Santi del giorno» erano brevi incontri durante i quali il professor Plinio proponeva una riflessione o un commento relativo al santo o alla festa religiosa celebrata quel giorno. Traduzione senza revisione dall’autore.