Significato della festa della Natività della Beata Vergine Maria (8 settembre): presagio della redenzione del mondo

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Tutto ciò che la Santa Chiesa fa è immensamente saggio, pieno di tatto. Consideriamo, ad esempio, quanto segue: il culto di latria o adorazione, la Chiesa lo rende solo a Dio, quindi a Nostro Signore Gesù Cristo, che è il Verbo incarnato. Il culto di devozione, di venerazione, di mediazione, la Chiesa lo rende ai santi. Ma alla Madonna rende un culto che non è semplicemente quello della dulia, né in alcun modo quello della latria, ma è il culto dell’iperdulia, che è una venerazione come non si dà a nessun altro santo, senza alcun parallelo, senza alcun termine di paragone, in modo tale che la Madonna è al di sopra di tutte le creature.

Escludendo la festa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo e la nascita di San Giovanni Battista, la Natività che la Chiesa celebra nel suo calendario liturgico è quella della Madonna. E, oltre a questa, ci sono innumerevoli altre feste dedicate a Lei, mentre per ogni santo c’è – come regola generale – una sola festa nel calendario e nient’altro. D’altra parte, la Chiesa permette e addirittura incoraggia le immagini dei santi, ma non permette più di un’immagine dello stesso santo sullo stesso altare. Per la Beata Vergine, invece, permette che un’altra immagine di lei si trovi sull’altare centrale e nelle nicchie o negli altari laterali delle chiese.

Tutto questo per far capire che la Madonna non ha termini di paragone, e per introdurre questo principio teologico in mille realtà del calendario, della liturgia, della vita di pietà, con un tatto e un senso delle proporzioni che ben indicano lo spirito sapienziale della Chiesa cattolica e l’oceano di saggezza che è in lei.

Perché la Chiesa celebra in modo particolare la santa Natività della Madonna? Perché la Madre di Dio era così grande che la data in cui entra nel mondo segna una nuova era nella storia del popolo eletto.

Possiamo dire che la storia dell’Antico Testamento si divide – da questo punto di vista – in due parti: prima e dopo la Madonna. Infatti, se la storia dell’Antico Testamento è una lunga attesa del Messia, questa attesa ha due aspetti: 1) il momento esatto della venuta del Messia, che non era arrivato; la Divina Provvidenza, quindi, lasciava che questa attesa si trascinasse per secoli e secoli; 2) e poi il momento benedetto in cui la Provvidenza fa nascere colei che realizzerà la venuta del Messia: la Beata Vergine.

Allora, la sua venuta nel mondo è l’arrivo della creatura perfetta, della creatura che trova piena grazia davanti a Dio, dell’unica creatura le cui preghiere hanno il merito sufficiente per porre fine a questa attesa e per far sì che, finalmente, le preghiere di tutta l’umanità, le sofferenze di tutta l’umanità, le sofferenze di tutti i giusti e la fedeltà di tutti coloro che sono stati fedeli, ottengano ciò che senza la Madonna non sarebbe stato ottenuto.

C’erano i Patriarchi, i Profeti, c’erano innumerevoli anime fedeli del popolo eletto; ci sarà stata una o un’altra anima fedele in mezzo alla gentilità; ci sono state sofferenze durante i secoli di attesa del Messia. Ma nulla di tutto questo era sufficiente per attirare la misericordia divina e realizzare il tempo della Redenzione. Tuttavia, quando Dio volle, fece nascere la creatura perfetta che l’avrebbe portata a compimento. Quindi, l’ingresso di questa creatura perfetta nel mondo dei vivi è l’inizio della sua traiettoria, che per tutto il tempo ha attirato benedizioni, ha attirato grazie, ha prodotto santificazione.

Già allora, tutti i rapporti degli uomini con Dio furono modificati e la porta del Cielo, che era chiusa a chiave, cominciò, per così dire, a far trapelare la luce e a far sperare che sarebbe stata aperta dal Salvatore che doveva venire. Tutto questo avvenne fin dal primo momento della nascita di Nostra Signora…

La sua presenza sulla terra fu un’occasione di grazie eccezionali perché era la creatura più contemplativa di tutti i tempi, rispetto alla quale nessun altro contemplativo ha avuto, ha o avrà mai un parallelo. Possedeva un’irradiazione personale e un’azione di presenza così ricca di benedizioni da essere precorritrice della venuta di Nostro Signore.

E poi l’ingresso di questa benedizione, l’ingresso di questa grazia, di questa azione diretta e personale nella storia del mondo, è incomparabile! E per questo la Natività della Madonna è una festa che ci deve essere molto cara, che deve parlare alle nostre anime, perché è la festa dell’inizio del rovesciamento del paganesimo.

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Possiamo dire che c’è una qualche relazione con la situazione mondiale contemporanea? -Sì, c’è.

Nel tempo presente c’è per così dire una nuova interferenza della Madonna nella storia del mondo, che agisce nelle tenebre del neopaganesimo.

Il fatto che la Madonna susciti anime che già desiderano il Regno di Maria [1], che chiedono la venuta del Regno di Maria, che lottano per la venuta del Regno di Maria, queste anime sono – mutatis mutandis, cioè con tutti gli adattamenti e le riserve del caso – come la Madonna era nell’Antico Testamento. Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria non è ancora arrivato, ma qualcosa che è precursore di quel trionfo e che già comincia a diffondere le sue grazie, comincia a determinare anche entusiastici movimenti di adesione. È qualcosa come una Natività che si ripete e che prepara il Regno di Maria, profetizzato da Lei a Fatima.

Vedete, quindi, che questa data è di grandissimo significato. Preghiamola sulla base della sua Natività, chiedendo che, così come Lei è venuta sulla terra e ha iniziato subito a chiedere la venuta del Messia e la fine di quello stato di peccato, ci dia un desiderio ardente per il Regno di Maria. Un desiderio sapienziale, riflessivo, ponderato, serio, profondo, che non lasci la nostra anima attaccata a niente di questa terra.

Questa, dunque, sarebbe la nostra preghiera di stasera.

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(*) Questo testo è una trascrizione adattata da una registrazione di una conferenza tenuta dal Prof. Plinio Corrêa de Oliveira ai membri e ai cooperatori della TFP brasiliana l’8 settembre 1966. Conserva pertanto lo stile verbale e non è stato rivisto dall’autore.

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