Verità Dimenticata

 

“Alla preghiera bisogna aggiungere

anche la penitenza”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dalla Lettera Enciclica "Caritate Christi Compulsi" (3-5-1932), del Sommo Pontefice Pio XI:

(...) Memori dunque della nostra condizione di esseri essenzialmente limitati e assolutamente dipendenti dall’Essere supremo, ricorriamo innanzi tutto alla preghiera. Sappiamo per fede quanta sia la potenza dell’umile, confidente, perseverante preghiera; a nessuna altra pia opera furono mai annesse dall’Onnipotente Signore così ampie, così universali, così solenni promesse come alla preghiera: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto, perché chiunque chiede, riceve; chi cerca, trova; e a chi bussa sarà aperto” [15]. In verità, in verità vi dico: quanto domanderete al Padre in nome mio, egli ve lo concederà” [16]. (...)

Così la preghiera stessa assicura la presenza di Dio tra gli uomini, come lo promise il Divin Redentore: “Dove sono due o tre persone riunite nel mio nome, io sono in mezzo a loro” [18].

La preghiera toglierà di mezzo, inoltre, la causa stessa delle odierne difficoltà da Noi sopra accennate, cioè l’insaziabile cupidigia dei beni terreni. (...)

Ma alla preghiera bisogna aggiungere anche la penitenza: cioè lo spirito di penitenza, e la pratica della penitenza cristiana. Così ci insegna il Divin Maestro, la cui prima predicazione fu appunto la penitenza: “Cominciò Gesù a predicare e a dire: Fate penitenza” [24]. Così ci insegna pure tutta la tradizione cristiana, tutta la storia della Chiesa: nelle grandi calamità, nelle grandi tribolazioni della Cristianità, quando era più urgente la necessità dell’aiuto di Dio, i fedeli, o spontaneamente o più spesso dietro l’esempio e le esortazioni dei sacri Pastori, hanno sempre impugnato tutte e due le validissime armi della vita spirituale: l’orazione e la penitenza.

[15] Matth., VII, 7-8.

[16] Ioann., XVI, 23.

[18] Matth., XVIII, 20.

[24] Matth. IV, 17.


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