Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

Comunismo e progressismo verso una "Chiesa-Nuova"


V - Come i “gruppi profetici” attuano la lotta di classe nella Chiesa

 

 

 

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Formata così una rete sufficientemente ampia di “gruppi profetici”, il movimento è atto a uscire dall’ombra ed entrare strepitosamente in azione. È sotto gli occhi di tutti come viene fatta un'agitazione ecclesiastica. Ci siamo soltanto limitati a riassumere quel che tutti vedono.

Aiutati abitualmente da una forte pubblicità, alla quale tutto fa credere che l'IDO-C non sia estraneo, certi attivisti cominciano a promuovere scioperi di parrocchiani contro qualche Vescovo o Sacerdote che non accetti subito certe rivendicazioni scapestrate. Se non sono scioperi, sono cortei, occupazioni di chiese, manifesti di stampa, ecc. Insomma sempre una lotta di classe per portare il laicato a distruggere le alienazioni di cui il Clero sarebbe il beneficiario alienante e sfruttatore.

La pubblicità che questi atti raggiungono è chiaramente tale da attrarre a favore dell'agitazione nuove reclute impressionabili, o desiderosi di protagonismo. Il movimento si ingrossa e così diventa adatto a più audaci atti di sovversione.

L’insieme di questi fatti crea un clima di terrorismo pubblicitario contro i refrattari, che li isola dagli amici e persino dai parenti e in questo modo riduce al mutismo quasi tutti coloro che sarebbero disposti a reagire.

Questo terrore - nei luoghi dove sono presenti i “gruppi profetici” - viene già preparato con molta antecedenza da statistiche e inchieste sociali tendenziose, elaborate e divulgate dai “gruppi profetici”. Così, questi riescono a far credere che l’immensa massa dei fedeli desidera le riforme nella Chiesa, che questo è lo spirito inconfutabile dei tempi, e che opporsi alle riforme è come voler fermare con le mani la marea montante. I sintomi reali o manipolati, delle cosiddette tendenze rivoluzionarie delle moltitudini sono secondo loro i “segni dei tempi”, captatati con speciale perspicacia da coloro che possiedono dei “carismi profetici”. Grazie al frastuono dei “gruppi profetici”, la sovversione ecclesiastica, opera di una minoranza, sembra corrispondere così ai desideri mal contenuti di intere moltitudini infuriate al vedersi alienate.

Lo spirito del tempo, percepito “profeticamente” nei “segni dei tempi”, è la suprema norma, come insegnano i “gruppi profetici”. Non c’è maggior follia che tentare di resistergli: è un anacronismo, ridicolo, spregevole. La Chiesa “costantiniana” aveva la pretesa di modellare i tempi: la Chiesa-Nuova sa che, al contrario, deve lasciarsi modellare da essi.

Dunque, o la Chiesa accetta le riforme imposte dall’evoluzione e si trasforma in Chiesa-Nuova, oppure muore.

A questa pressione, fatta all’interno stesso della Chiesa, in così tanti paesi, dalla bocca di tutti i membri dei “gruppi profetici” e dalle grandi trombe pubblicitarie della IDO-C, è molto difficile resistere. La resistenza è possibile soltanto agli spiriti molto scelti, con una fermezza di principi irremovibile e disposti a subire i più grandi dispiaceri. Ed anche i più inaspettati.

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I - Disalienazione: ribellione contro ogni superiorità e disuguaglianza

II - Il supremo obiettivo “profetico”: una Chiesa non alienante e né alienata

III – Soltanto la lotta di classe otterrà la disalienazione dentro la Chiesa

IV – I “gruppi profetici”, artefici della lotta di classe per la disalienazione della Chiesa

VI – Relazioni tra il “movimento profetico” e il progressismo

VII – I “gruppi profetici” sono al servizio del comunismo

VIII – Viabilità del piano comunista a proposito della Chiesa-Nuova

(*) Rivista "Catolicismo", Aprile-Maggio 1969. Riassunto analitico dell’articolo di “Ecclesia” - Titolo originale: Insubordinação, "desalienação", fio de meada dos mistérios "proféticos". Traduzione a cura del Circolo Plinio Corrêa de Oliveira.


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