Plinio Corrêa de Oliveira

 

Madonna della Mercede

 

 

 

 

 

 

 

“Santo del Giorno”, 24 Settembre 1965 (*)

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Oggi è la festa di Nostra Signora della Mercede. In origine, questa festa era propria dell’Ordine Religioso e Militare della Madonna della Mercede, che fu fondato, su richiesta espressa della Vergine, per liberare i cristiani dalla schiavitù islamica. In sèguito, questa devozione divenne propria a tutta la Chiesa e perciò figura nel calendario liturgico.

Questa festa si presta ad alcuni commenti. Il primo è il fatto che la Madonna chieda, Lei stessa, la fondazione di un Ordine di cavalleria. Ciò è molto significativo, perché contraria un certo tipo di devozione propensa all’idea che la Madonna in nessun caso vorrebbe armare qualcuno contro qualcun'altro. Questo deve farci riflettere ed aiutarci a capire la mentalità della Madonna.

Ripercorrete le numerose immagini conosciute intorno a voi. Vi viene in mente una che rappresenti la Madonna chiedendo la fondazione di un Ordine di cavalleria? Conoscete qualche Sua raffigurazione in atto di promuovere, in qualche modo, la guerra? Eppure, Nostro Signore Gesù Cristo disse che è venuto a portare la spada, a portare il fuoco e, infine, che avrebbe separato il padre dal figlio, la madre dalla figlia, ecc.

Come era quest’Ordine Religioso e Militare?

Nel Medio Evo c’era un gran numero di cristiani prigionieri - soprattutto nelle nazioni musulmane del Nordafrica - dovuto alle abitudini piratesche ed all’insicurezza della navigazione nel Mediterraneo.

Perciò, era frequente il fatto che navi di pirati catturassero imbarcazioni dei cristiani e li vendessero ai musulmani.   Era frequente pure che, nelle guerre tra islamici e cattolici, le navi cristiane fossero catturate e i naviganti fossero condotti nel Nordafrica. Appena giunti in quelle terre, quegli infelici venivano venduti come schiavi. Di conseguenza, rimanevano lontani dai sacramenti ed esposti alle peggiori tentazioni morali, e soprattutto al gravissimo rischio di perdere la Fede. Possiamo immaginarci la disperazione di ognuno di loro. Per esempio, un uomo fatto prigioniero e schiavo, che commette un peccato mortale e non ha un sacerdote per assolverlo; nonostante abbia paura dell’inferno, in assenza dell'assoluzione sente il dubbio di avere o meno una contrizione sufficiente per andare in Cielo.

In effetti, quando qualcuno si pente di un peccato, per amor di Dio, quantunque non ci sia un sacerdote, può essere sicuro di andare in Cielo. Ma quando si pente per paura dell’inferno, senza l'assoluzione sacramentale, il perdono non c'è.

Ed ecco che la Madonna suscitò un Ordine religioso che ebbe l'effetto seguente: per mezzo della spada, del gladio, tentare la liberazione di quei cristiani.  Inoltre, quando un membro di quest’Ordine era in condizioni di farlo, o se fosse il caso, pronunciava il voto di offrirsi in cambio, come schiavo, al posto di un altro cattolico, per restituirgli la libertà.

In modo che il mercedario - che era sostenuto da una vocazione speciale per quel gesto, avendo più fiducia nella propria vita spirituale - rendeva libero un prigioniero sottomesso a quella schiavitù. Tutto ciò significava un atto di amore eroico, degno delle migliori tradizioni della Cavalleria: farsi schiavo affinché un altro fosse libero. Non si ha conoscenza di una maggior prova d’amore.

Questa prova d’amore non va capita come chi la pensa così: “Poverino quell'uomo... chissà quanto gli fa male il braccio a causa delle manette... con il piede trascina una palla di ferro così pesante e viene coperto di frustate... Allora io, filantropicamente parlando, mi sostituirò a lui”. Questo sarebbe un motivo secondario. Infatti, la principale ragione che muoveva un cavaliere dell’Ordine della Madonna della Mercede a fare questo sacrificio era il pericolo nella Fede, in cui quella gente incorreva.

In realtà, la mercé è una grazia, è un favore. Non conosco un titolo della Santa Vergine più commovente di Madonna della Mercé. È Nostra Signora delle Grazie, la Madonna dei favori, dei doni inattesi, delle misericordie improvvise. Di Colei che, considerata come madre, ci prepara belle sorprese e ci dà, inaspettatamente, quello su cui non avremmo potuto contare.

Quale padre e quale madre, essendo veramente affettuosi, non hanno il piacere, ogni tanto, di dare al figlio un dono su cui non contava?  A volte è un piccolo pensiero, una qualcosetta insignificante.

Ebbene, la Madonna, che è Madre perfettissima, modello delle madri, ci fa ogni tanto delle mercé.

Ci possiamo imbattere in rudi inciampi o in situazioni complicate; ma ogni tanto, gocciolando in mezzo all’afflizione, sopravviene una mercé. Oppure, a volte, alla fine di un’afflizione arriva una smisurata mercé. E alla fine della nostra vita, quando avremo chiuso gli occhi, verrà la mercé delle mercé: la Madonna ci mostrerà Nostro Signore Gesù Cristo, Suo Figlio.

Quindi, potremo rivolgerci a Lei dicendo:

“Madre mia, oggi è la festa delle vostre Mercé; ricordateVi che da molto tempo mi trovo in una memorabile assenza di mercé. So che probabilmente è colpa mia, perché non so chiedere, perché sono un figlio burbero che non è capace di risvegliare la sensibilità della Madre. Ma oggi io Vi chiedo una mercé: quella di saper procedere con Voi, in modo che vogliate darmi delle mercé.

“Inseritemi in questa specie di cadenza delle mercé; fatele scendere su di me. E, soprattutto, datemi svariate mercé che mi facciano sorridere di allegria.

“E se, fra queste, mi darete la croce di Vostro Figlio, sarà molto meglio di tutto il resto!”, perché la Croce di Gesù è la grande Mercé che la Madonna ci fa.

(*) Traduzione a cura del “Circolo Plinio Corrêa de Oliveira”. Senza revisione dell’Autore.


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