Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

Il lupo ulula in difesa del pastore

 

 

 

 

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Folha de S. Paulo, 22 marzo 1970 (*)

Come è noto, in Cile, si avvicinano le elezioni presidenziali. L'avventura democristiana si è rivelata un fallimento che contrasta crudamente con le speranze suscitate da Frei nella prima fase del suo governo. Vi è stato infatti un tempo in cui,  tutta l'America Latina, si è presentato il regime democristiano del paese andino come la formula migliore per risolvere i problemi delle nazioni latino-americane.

Ma da allora a oggi le cose sono cambiate. La riforma agraria, imposta al paese con un fanatismo tipicamente democristiano, ha dato risultati negativi e ha allontanato dal regime non solo i grandi, i medi e i piccoli proprietari, ma anche un considerevole numero di lavoratori della terra.

Altri fallimenti si sono aggiunti a questo. E oggi, mentre la Democrazia Cristiana è occupata in tentativi febbrili di coalizione con ogni tipo di sinistra - compreso il PC - per ottenere la elezione di un candidato comune, la stragrande maggioranza dei cileni si volge verso il candidato più conservatore presente sulla scena politica, cioè l'ex-presidente Alessandri. E Frei prepara malinconicamente le sue valigie.

In questa situazione politica, a buona parte dell'elettorato democristiano si presenta, senza dubbio, un problema di coscienza: può un cattolico collaborare con i comunisti per l'elezione di un candidato comune? E questo anche nel caso in cui tale candidato fosse comunista?

Forse sono stati questi i motivi che hanno spinto il quotidiano Ultima Hora di Santiago, a chiedere all'arcivescovo della città, cardinale Silva Henriquez, se è lecito a un cattolico votare per dei comunisti. A questa domanda il porporato ha dato una risposta che fa rabbrividire! Ha detto di sì!  Come è naturale, la terrificante risposta ha causato delusione e perplessità in tutto il paese. Si può immaginare quanto avrà rallegrato - soprattutto nella congiuntura politica in cui è venuta alla luce - gli ambienti democristiani, socialisti, comunisti e simili.

*  *  *

Come capita in quasi tutti i paesi dell'America Latina, anche in Cile opera una attivissima e brillante organizzazione di giovani tradizionalisti, la Sociedad Chilena de Defensa de la Tradición, Familia y Propiedad.

Il suo presidente, Patricio Larraín, ha diretto al porporato cileno la seguente lettera, che è un capolavoro di rispetto, lucidità e fermezza.

«Eminentissimo Signor Cardinale, in data 24 dicembre 1969, il quotidiano Ultima Hora ha pubblicato con rilievo e come dichiarazione vostra, che, interrogato sul tema "se la Chiesa permetta che un cattolico voti per un candidato marxista", Vostra Eminenza avrebbe risposto: "Se lo fa in pace con la sua coscienza, è ben fatto; l'importante è che, in coscienza, consideri ben fatto quanto sta facendo". Lo stesso giorno anche il quotidiano Clarín ha pubblicato quanto segue: "Al termine dell'intervista è stato chiesto (al cardinale) se la Chiesa, nel suo nuovo spirito, mantiene la condanna per quanti, essendo cristiani, votano per i marxisti. Ha risposto (Sua Eminenza): "Se un cristiano vota, in coscienza, per un marxista, se vota nel modo che crede essere doveroso, io lo capisco...".

«Considerando con attenzione entrambe le versioni, la TFP crede che producano facilmente, e che stiano già producendo, un profondo disorientamento ideologico nella grande massa della popolazione. E questo si verifica per tre ragioni che passo a esporre: 1) la grande diffusione popolare di questi periodici, in un settore della opinione pubblica propenso ad accettare tali dichiarazioni come autentiche; 2) la concordanza dei due brani giornalistici sopra trascritti. In via di principio, unus testis, nullus testis. La presenza di due testimoni può però dare credito all'autenticità delle dichiarazioni riportate; 3) infine, la mancanza di una smentita ufficiale di Vostra Eminenza a questo proposito, è un dato che viene ad aumentare notevolmente la disposizione a credere da parte dell'opinione pubblica all'autenticità delle dichiarazioni che Le sono state attribuite, dal momento che si potrebbe applicare il noto detto: "chi tace, acconsente".

 «Da questa situazione deriva, come conseguenza naturale, un notevole favoreggiamento al voto marxista nelle prossime elezioni presidenziali, con le enormi conseguenze che può giungere ad avere. Mentre negli ambienti anticomunisti provoca uno scoraggiamento paralizzante, gli ambienti colti in generale sono veramente costernati.

«Quali le ragioni di questo spavento?

a) In primo luogo l'evidente incompatibilità tra la filosofia di Marx e la dottrina cattolica.

b) In secondo luogo, la scomunica contro i cattolici che appoggiano i comunisti - anche con il voto - lanciata da S. S. Pio XII, di felice memoria, che non è stata tolta, nonostante le voci che corrono in questo senso. E non è nell'ambito dei poteri dell'autorità diocesana dichiararla sospesa.

c) In terzo luogo, il contenuto delle versioni giornalistiche citate, che costituisce una spaventosa affermazione di soggettivismo morale. Infatti, accettando le versioni riportate, il foro interno della coscienza sarebbe sufficiente perché un fedele possa aderire a una dottrina condannata dalla Chiesa.

«La gravità di tutto questo insieme di considerazioni porta la TFP a supporre che Vostra Eminenza non abbia detto le parole riportate dai giornali; la porta inoltre a pensare che il bene comune richieda una urgente smentita di Vostra Eminenza. Tanto più che oggigiorno, l'argomento ab absurdo - cioè che sarebbe assurdo che Vostra Eminenza abbia detto ciò e che, pertanto, si dovrebbe capire che non lo ha detto - non dispensa più da una smentita, perché dentro e fuori della Chiesa, l'opinione pubblica, esausta, si va abituando a considerare come comuni dei fatti che cinque anni fa avrebbe giudicato assurdi.

«In considerazione di quanto sopra esposto, la TFP chiede a Vostra Eminenza che, con la massima urgenza, renda pubblico un documento ufficiale, con la Sua completa smentita delle dichiarazioni che Le sono state attribuite.

«Con espressioni di venerazione e stima, ecc.»

In questa epoca postconciliare, di dialogo con tutti, di clamorose affermazioni sui diritti dei laici, che atteggiamento ha preso questo prelato, di fronte alla richiesta della TFP del suo paese?

Ha risposto con il più completo e sdegnoso silenzio.

Stupiscano i popoli, se qualcosa ancora li può far stupire su questi argomenti, con i tempi che corrono! 

*  *  *

La lettera della TFP è stata pubblicata su El Mercurio, il più importante quotidiano di Santiago del Cile. Neppure il rispetto per il pubblico della sua archidiocesi ha spinto il cardinale a chiarire la sua posizione.

Tuttavia una voce si è levata, altisonante, aggressiva, insultante, per difendere il pastore dalla legittima meraviglia del suo gregge. Non è stata propriamente una voce, ma piuttosto un ululato.

L'ululato del lupo, preoccupato per il pastore e furioso contro le pecore.

E’ stata la voce del periodico comunista di Santiago, El Siglo, che in data 27 gennaio scorso, ha pubblicato al riguardo una nota sulfurea contro la TFP.

(*) Nota: I grassetti sono di questo sito.


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