Lettera del P. Anastasio Gutiérrez (*)

 

al Prof. Plinio Corrêa de Oliveira,

 

su Rivoluzione e Contro-Rivoluzione

 

 

 

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Dall’opera “Rivoluzione e Contro-Rivoluzione”, Edizione del cinquantenario (1959-2009), Presentazione e cura di Giovanni Cantoni, Sugarco Edizioni, 2008, pag. 475-477

Ho letto con grandissimo interesse, con grandissimo piacere e con grandissimo vantaggio l’opera del professor Plinio Corrêa de Oliveira, nell’esemplare in castigliano a me dedicato con espressioni di grande affetto e simpatia, che gradisco quanto meritano.

Rivoluzione e Contro-Rivoluzione è un’opera magistrale, i cui insegnamenti dovrebbero essere diffusi fino a farli penetrare nella coscienza di tutti quanti si sentono autenticamente cattolici, direi di più, di tutti gli uomini di buona volontà. In essa, questi ultimi apprenderebbero che l’unica salvezza sta in Gesù Cristo e nella sua Chiesa, e i primi si sentirebbero confermati e irrobustiti nella propria fede, e messi in guardia e immunizzati psicologicamente e spiritualmente contra un processo subdolo che si serve di molti di loro come di utili idioti compagni di strada.

L’analisi che fa del processo rivoluzionario colpisce ed è rivelatrice per il suo realismo e per la profonda conoscenza della storia, a partire dalla fine del Medioevo in decadenza, che prepara il clima al Rinascimento paganeggiante e alla Pseudo-Riforma, e questa alla terribile Rivoluzione Francese e, poco dopo, al comunismo ateo.

Questa analisi storica non è soltanto esterna, ma è anche spiegata e svelata nelle sue azioni e reazioni con gli elementi forniti dalla psicologia umana, tanto dalla psicologia individuale che dalla psicologia collettiva delle masse. Ma si deve riconoscere che vi è chi guida questa scristianizzazione di fondo e sistematica. Infatti è indubbiamente vero che l’uomo tende al male — orgoglio e sensualità —, ma se non vi fosse chi prende in mano le redini di queste tendenze disordinate e le coordini con sagacia, non darebbero probabilmente il risultato di un’azione tanto costante, abile e sistematica, continuata tenacemente, sfruttando anche gli alti e i bassi provocati dalle resistenze e dalla naturale «reazione» delle forze contrarie.

L’opera prevede anche, ancorché con cautela nei pronostici e attraverso ipotesi, la possibile evoluzione prossima dell’azione rivoluzionaria e poi, a sua volta, quella dell’azione contro-rivoluzionaria.

Abbondano pensieri e osservazioni perspicaci di carattere sociologico, politico, psicologico, evolutivo... seminati nel corso di tutto lo studio, non pochi da antologia. Molti di essi indicano le «tattiche» intelligenti che favoriscono la Rivoluzione e quelle che possono o devono essere utilizate nell’ambito di una «strategia» generale contro-rivoluzionaria.

Insomma, oserei dire che si tratta di un’opera profetica nel miglior senso della parola; ancora di più, che il suo contenuto dovrebbe venire insegnato negl’istituti superiori della Chiesa, perché almeno la classi di élite prendano una coscienza chiara di una realtà schiacciante, della quale penso non si abbia chiara consapevolezza. Questo, fra l’altro, contribuirebbe a rivelare e a smascherare gli utili idioti compagni di strada, fra i quali si trovano molti ecclesiastici che fanno, in un modo suicida, il gioco del nemico; questo settore di idioti alleati della Rivoluzione in buona misura scomparirebbe.

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Nella seconda parte vengono esposte molto bene la natura della Contro-Rivoluzione e la tattica coraggiosa e «aggressiva» che è necessario adottare, evitando eccessi e atteggiamenti impropri o imprudenti.

Di fronte a tali realtà, sorge il dubbio se nella Chiesa esista un’autentica «strategia», come esiste nella Rivoluzione; si trovano certamente molti elementi, azioni, istituzioni... «tattiche»; ma sembrano agire isolate e talora con spirito campanilistico e di contraltare, senza coscienza d’insieme. Il concetto e la coscienza di realizzare una Contro-Rivoluzione potrebbe unificare e perfino dare un maggior senso di collaborazione nella Chiesa.

Non mi rimane che congratularmi con l’istituzione TFP per avere un Fondatore dell’elevatezza e della qualità del Prof. Plinio. Prevedo per l’Istituzione, e desidero con tutta l’anima, un vasto sviluppo e un futuro pieno di successi contro-rivoluzionari.

Concludo dicendo che colpisce fortemente lo spirito con cui l’opera è scritta: uno spirito profondamente cristiano e che ama appassionatamente la Chiesa. L’opera è un prodotto autentico della sapientia christiana. Emoziona anche vedere in un laico o persona che vive nel mondo una devozione tanto sentita alla Madre di Gesù e... nostra: segno chiaro di predestinazione: «Incerti, come tutti, sul domani, volgiamo i nostri occhi in atteggiamento di preghiera fino al trono eccelso di Maria, Regina dell’Universo.

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«La Vergine accetti, dunque, questo omaggio filiale, tributo d’amore ed espressione di fiducia assoluta nel suo trionfo». 

Roma, 8 settembre 1993

Festa della Natività della Madonna


(*) Anastasio Gutiérrez Poza (1911-1998), nato ad Añatuya, in Argentina, sacerdote dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, la congregazione fondata da sant’Antonio Maria Claret (1807-1870), dal 1953  al 1981 è professore ordinario di Diritto Canonico presso l’Institutum Utriusque Juris della Pontificia Università Lateranense e, dal 1972 al 1981, preside del medesimo istituto e decano della facoltà di Diritto Canonico. All’attività d’insegnamento alterna quella di consulenza in favore della vita consacrata nelle sue svariate forme e dei laici, dando un contributo significativo alla definizione della figura degli istituti secolari. Presente dal 1947 in numerosi organismi della Curia Romana, ha un influsso decisivo nella canonizzazione di sant’Antonio Maria Claret, ottenendo anche che la sua festa venisse estesa alla Chiesa universale. È stato postulatore generale della causa di beatificazione della regina Isabella di Castiglia (1451-1504) (ndc).

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