Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

Capitolo IV
 
Le metamorfosi del processo rivoluzionario

 

 

 

 

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Rivoluzione e Contro-Rivoluzione

Titolo originale: Revolução e Contra-Revolução

Pubblicato su Catolicismo, São Paulo, Brasile, Aprile 1959 (I et II), Gennaio 1977 (III)

Traduzione di Giovanni Cantoni

Prima edizione italiana, 1963, Dell’Albero, Torino. Seconda e terza edizioni italiane, 1972 e 1976, Cristianità, Piacenza

Tutti i diritti riservati - © 1998 Associazione Luci sull’Est

 

Come si deduce dall’analisi fatta nel capitolo precedente, il processo rivoluzionario è lo sviluppo per tappe di alcune tendenze sregolate dell’uomo occidentale e cristiano, e degli errori nati da esse.

In ogni tappa, queste tendenze ed errori hanno un aspetto particolare. La Rivoluzione subisce, dunque, continue metamorfosi nel corso della storia.

Le stesse metamorfosi che si osservano nelle grandi linee generali della Rivoluzione si ripetono, in scala ridotta, all’interno di ogni suo grande episodio.

Così, lo spirito della Rivoluzione francese, nella sua prima fase, usò maschera e linguaggio aristocratici e perfino ecclesiastici. Frequentò la corte e sedette al tavolo del Consiglio del re.

Poi divenne borghese e lavorò all’estinzione incruenta della monarchia e della nobiltà, e a una velata e pacifica soppressione della Chiesa cattolica.

Appena gli fu possibile diventò giacobino e si ubriacò di sangue durante il Terrore.

Ma gli eccessi a cui si abbandonò la fazione giacobina suscitarono reazioni. Lo spirito rivoluzionario tornò indietro, percorrendo le stesse tappe. Da giacobino si trasformò in borghese durante il Direttorio, con Napoleone tese la mano alla Chiesa e aprì le porte alla nobiltà esiliata e, infine, applaudì il ritorno dei Borboni. Terminata la Rivoluzione francese, non termina con ciò il processo rivoluzionario. Eccolo tornare a esplodere con la caduta di Carlo X e l’ascesa al trono di Luigi Filippo e così, con successive metamorfosi, sfruttando i suoi successi e anche i suoi insuccessi, è giunto fino al parossismo dei nostri giorni.

La Rivoluzione, quindi, si serve delle sue metamorfosi non solo per avanzare, ma anche per operare quelle ritirate tattiche che così frequentemente le sono state necessarie.

Talora, pur essendo un movimento sempre vivo, ha simulato di essere morta.    E questa è una delle sue metamorfosi più interessanti. In apparenza, la situazione d’un determinato paese si presenta come assolutamente tranquilla. La reazione contro-rivoluzionaria si rilassa e si addormenta. Ma nelle profondità della vita religiosa, culturale, sociale ed economica, la fermentazione rivoluzionaria continua a guadagnare terreno. E, al termine di questo apparente intervallo, esplode una convulsione inaspettata, spesso maggiore di quelle precedenti. 

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