Plinio Corrêa de Oliveira

 

 

Commento 4
 
Sorprendenti calamità nella fase postconciliare della Chiesa

 

 

 

 

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Rivoluzione e Contro-Rivoluzione

Titolo originale: Revolução e Contra-Revolução

Pubblicato su Catolicismo, São Paulo, Brasile, Aprile 1959 (I et II), Gennaio 1977 (III)

Traduzione di Giovanni Cantoni

Prima edizione italiana, 1963, Dell’Albero, Torino. Seconda e terza edizioni italiane, 1972 e 1976, Cristianità, Piacenza

Tutti i diritti riservati - © 1998 Associazione Luci sull’Est

 

Sulle calamità nella fase postconciliare della Chiesa è di fondamentale importanza la dichiarazione storica di Paolo VI nell’allocuzione Resistite fortes in fide, del 29 giugno 1972, che citiamo nella versione della Poliglotta Vaticana:

“Riferendosi alla situazione della Chiesa di oggi, il Santo Padre afferma di avere la sensazione che “da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”. C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, l’insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce. [...]

“Anche nella Chiesa regna questo stato di incertezza. Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza. Predichiamo l’ecumenismo e ci distacchiamo sempre di più dagli altri. Cerchiamo di scavare abissi invece di colmarli.

“Come è avvenuto tutto questo? Il Papa confida ai presenti un suo pensiero: che ci sia stato il intervento di un potere avverso. Il suo nome è il diavolo, questo misterioso essere cui si fa allusione anche nella Lettera di S. Pietro” (85).

Alcuni anni prima lo stesso Pontefice, nell’allocuzione agli alunni del Seminario Lombardo del 7 dicembre 1968, aveva affermato:

“La Chiesa attraversa, oggi, un momento di inquietudine. Taluni si esercitano nell’autocritica, si direbbe perfino nell’autodemolizione. È come un rivolgimento interiore acuto e complesso, che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. Si pensava a una fioritura, a un’espansione serena dei concetti maturati nella grande assise conciliare. C’è anche questo aspetto nella Chiesa, c’è la fioritura. Ma poiché, bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu, si viene a notare maggiormente l’aspetto doloroso. La Chiesa viene colpita pure da chi ne fa parte” (86).

Anche Sua Santità Giovanni Paolo II ha tracciato un panorama cupo dellasituazione della Chiesa:

“Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani oggi in gran parte si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi. Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la Liturgia; immersi nel ‘relativismo’ intellettuale e morale e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico senza dogmi definiti e senza morale oggettiva” (87).

In senso simile si è pronunciato posteriormente S. Em. il card. Joseph Ratzinger, prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede:

“È incontestabile che gli ultimi vent’anni sono stati decisamente sfavorevoli per la Chiesa cattolica. I risultati che hanno seguito il Concilio sembrano crudelmente opposti alle attese di tutti, a cominciare da quelle di papa Giovanni XXIII e poi di Paolo VI. [...] I Papi e i Padri conciliari si aspettavano una nuova unità cattolica e si è invece andati incontro a un dissenso che — per usare le parole di Paolo VI — è sembrato passare dall’autocritica all’autodestruzione. Ci si aspettava un nuovo entusiasmo e si è invece finiti troppo spesso nella noia e nello scoraggiamento. Ci si aspettava un balzo in avanti e ci si è invece trovati di fronte a un processo progressivo di decadenza”. E conclude: “Va affermato a chiare lettere che una reale riforma della Chiesa presuppone un inequivocabile abbandono delle vie sbagliate che hanno portato a conseguenze indiscutibilmente negative” (88).


Note:

(85) Insegnamenti di Paolo VI, Tipografia Poliglotta Vaticana, vol. X, 1972, pp. 707-709.

(86) Insegnamenti di Paolo VI, Tipografia Poliglotta Vaticana, vol. IV, 1968, pp. 1188-1189.

(87) Discorso ai religiosi e sacerdoti partecipanti al primo Convegno nazionale italiano sul tema Missioni al Popolo per gli anni ‘80, del 6 febbraio 1981, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, Editrice Vaticana, vol. IV, 1, p. 235.

(88) Vittorio Messori a colloquio con il Cardinale Ratzinger. Rapporto sulla Fede, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1985, pp. 27-28. 

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