Plinio Corrêa de Oliveira

 

Cosa avrei fatto per contrastare

il Sessantotto?

 

 

 

 

Rivista Tradizione, Famiglia, Proprietà, Roma, Anno 24, N. 79, pag. 40-41

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Plinio Corrêa de Oliveira analizzò con attenzione la rivoluzione del Sessantotto, spiegando il suo substrato dottrinale, descrivendo la sua incidenza sulla Chiesa e sulla società e, specialmente, proponendo linee di azione per contrastarla. Trascriviamo alcuni brani sciolti, pronunciati dal leader cattolico in riunioni dell’epoca. 

Non un mero ritorno all’ideale borghese

Il cammino alla Sorbonne è stato preparato dal fatto che crescenti minoranze cominciarono a desiderare qualcosa di opposto al progresso moderno. Sia nei suoi aspetti socio-politici sia in quelli culturali, la Sorbonne voleva distruggere la società borghese, proclamando invece l’anarchia.

Per definizione, la borghesia vuole mantenere lo status quo. I rivoluzionari del ‘68 volevano andare all’inferno, i borghesi volevano restare sulla terra, noi vogliamo andare in Cielo. Anche noi abominiamo lo spirito borghese, ma da una prospettiva opposta.

Prendete, per esempio, lo slogan: Le rêve est realitéil sogno è realtà. È uno slogan antiborghese. Per il borghese il sogno è l’opposto della realtà. Noi non possiamo reagire semplicemente difendendo la realtà. Dobbiamo proporre un sogno opposto. Io avrei risposto: Oui, le rêve est realité, le Royaume de Marie est proche! Sì, il sogno è realtà, il Regno di Maria sta arrivando! Proclamare l’ideale borghese come reazione al Sessantotto potrà attrarre alcune persone mondane, ma mai le convertirà alla grazia del Regno di Maria. Le persone si convertono solo di fronte all’assoluto.

Qualcosa di simile possiamo dire sullo slogan L’immagination prend le pouvoir – l’immaginazione al potere. Il borghese rigetta l’immaginazione perché gli piace essere razionale, terra terra. L’immaginazione che vuole prendere il potere alla Sorbonne è quella hippie. Un giorno, però, quando i nostri ideali avranno vinto, anche noi potremo proclamare: Davvero, l’immaginazione ha preso il potere! Il Regno di Maria, che voi ritenevate utopico, è arrivato!  

Contrastare il brutto con la bellezza

La Rivoluzione della Sorbonne è un impressionante dispiegamento di abilità teatrale. È una mise en scène colossale. Infatti, io ritengo che sia il miglior teatro mai rappresentato nel secolo XX.

Io prenderei in giro questa Rivoluzione. Gli organizzatori della fantasmagoria del Sessantotto hanno voluto conferirgli un’aria di dramma, e allo stesso tempo di grandezza diabolica. Io proverei a puntare il dito contro il ridicolo di questo pseudo dramma, svegliando il senso critico delle persone non ancora intossicate dall’ambiente rivoluzionario.

Se il governo di De Gaulle avesse capito questo, avrebbe reagito in maniera diversa. Per esempio, anziché caricare i manifestanti con truppe d’assalto, qualcosa di profondamente antipatico, la Polizia avrebbe dovuto avanzare cantando, in un modo molto tradizionalmente francese, qualcosa del genere: “Gioventù coraggiosa di Francia, noi siamo i soldati della Legge, siamo i soldati dell’Ordine. Noi vi capiamo e vi amiamo con tutto il nostro cuore...”. Io credo che questo avrebbe smorzato la frenesia rivoluzionaria. Quando si deve rispondere con le armi, la battaglia è già mezza persa. Contro la commedia rivoluzionaria, io avrei risposto con una canzone.

Come mi piacerebbe che ogni campagna della TFP avesse una canzone. Dicono che cantare equivalga a pregare due volte. Io dico: “Lottare cantando è lottare due volte”. Ciò è particolarmente importante nell’odierna guerra psicologica. Come mi piacerebbe che le nostre campagne avessero slogan, canti, bande musicali.

Nelle nostre campagne noi dobbiamo proclamare gli slogan, anzi dobbiamo cantarli. Tutto nella TFP ha una grandezza intrinseca. In una campagna della TFP la bellezza si incontra con la verità. Ecco lo charme grandioso della TFP! Quali sono gli elementi di tale grandezza? Prima di tutto, la grandezza delle dottrine della Santa Chiesa Cattolica. Poi la grandezza di un atteggiamento che, parlando all’intelletto, attinge anche ai sensi tramite la bellezza. Tutto questo contro il mondo rivoluzionario.

Una risposta angelica

La Rivoluzione della Sorbonne ha mostrato il gusto francese per la cavalleria, però con un lato nero, diabolico. Per esempio, quando hanno innalzato la bandiera del Vietcong sulla torre di Notre Dame. Ciò fu un atto di cavalleria nera, alla quale dobbiamo opporre un atto di cavalleria cattolica. Non si affronta la cavalleria nera semplicemente con dottrine, ma con una cavalleria opposta e superiore, una cavalleria angelica.

Credo che l’ora di parlare sugli angeli sia arrivata. Più la situazione contemporanea diventa insolubile, misteriosa e terribile, più sono convinto che la soluzione sia un’apertura all’universo angelico. I cattolici fedeli sono sempre più isolati. O noi facciamo ricorso agli angeli, oppure non vedo una via di uscita a questa situazione di crescente isolamento. Se vogliamo essere preparati per affrontare la situazione, se vogliamo comunicare forza e animo ai fedeli in mezzo alla crisi contemporanea, dobbiamo studiare gli angeli. Dobbiamo chiedere agli angeli di intervenire presso gli uomini, affinché siano preparati per le grandi battaglie che si avvicinano. Poiché l’azione del demonio si fa sempre più incalzante, solo un ricorso agli angeli ci potrà permettere di affrontarla con successo. Dobbiamo studiare a fondo questo tema.

È chiaro che, in questa battaglia, dobbiamo chiedere l’aiuto di tutta la corte celeste. Ritengo, però, che gli angeli abbiano un ruolo speciale. Fare oggi la lotta contro-rivoluzionaria senza un ricorso agli Angeli è come combattere cinquecento dinosauri con una spada.